17 FEBBRAIO - Non c’è pace per il Cagliari, non c’è pace per i tifosi e non c’è pace, soprattutto, per lo stadio “Is Arenas”. Nato in fretta e furia l’estate scorsa, tra le mille lotte burocratiche e i mille cavilli, l’impianto quartese ha finora vissuto una vita breve, ma estremamente intensa, molto probabimente più di ogni altro stadio italiano. Dopo i tanti stop, diverse partite a porte “semichiuse”, alcune trasferte obbligate e diverse incomprensioni (l’ultima risale proprio alla settimana scorsa) sembrava che il campionato della squadra rossoblù potesse proseguire in tutta tranquillità, visti anche gli ultimi risultati indubbiamente positivi. Tutte le nostre speranze però sono state gelate e smontate dall’ultima enorme tegola caduta sulla nuova casa del Cagliari, nata dalle dune di sabbia litoranee ma destinato a sprofondare questa volta nel fango della cronaca giudiziaria.
Il primo mattino di giovedì ci ha regalato la notizia che sta infiammando il mondo del calcio italiano: l’arresto di Massimo Cellino. Sì, non si tratta di un curioso caso di omonimia, stiamo parlando dell’esplosivo presidente della società sarda, grande difensore dell’orgoglio cittadino e protagonista delle vicende più curiose, ora invece trasformato in un uomo “dalle spiccate capacità delinquenziali”. Dopo le indagini della Guardia Forestale relative all’agibilità dello stadio è arrivata l’accusa che solo i più esperti hanno subito colto pienamente nel suo significato: tentato peculato e falso ideologico. Stando alle prime ricostruzioni, tutto sarebbe legato all’utilizzo per la costruzione dell’impianto di Quartu di una parte dei soldi pubblici, 748 mila euro, destinati al piano integrato d’area. Minacce, intercettazioni telefoniche sconcertanti, pressioni e sotterfugi hanno fatto il resto, riallacciandosi alla nota vicenda dello scorso novembre che aveva visto finire in manette i due dirigenti del Comune quartese Pierpaolo Gessa e Andrea Masala, senza contare gli arresti domiciliari per l’imprenditore Antonio Grussu.
La foto postata su Twitter da Naingoolan dopo la bella vittoria odierna contro il Pescara
Certamente la vita di Massimo Cellino, amante della musica rock e scaramantico in maniera straordinaria, non è avvolta nel mistero, vista la sua notorietà nelle cronache giudiziarie, dopo l’arresto per truffa all’UE nel 1996, e le indubbie capacità manageriali scalfite da un rapporto non certo idilliaco con i tifosi. Tuttavia un’esperienza carceraria non è mai una scampagnata: la sua caparbietà e la sua testa calda hanno lasciato spazio allo sgomento e all’incredulità, che non hanno minimamente intaccato la sua convinzione.
Alle nove di questa mattina ci sono stati i primi interrogatori e Cellino, difeso dagli avvocati Benedetto Ballero e Giovanni Cocco, è sceso in campo tenacemente a giocarsi la sua partita, sostenuto da un sit in di tifosi e sostenitori che hanno fatto colazione proprio di fronte al carcere di Buoncammino per dimostrargli il loro attaccamento e la loro solidarietà.Con la complicità di un sole primaverile.
Tuttavia, i dubbi restano, i giornali non sono stati certamente magnanimi e la squadra, che domenica affronterà all’Adriatico il Pescara, potrebbe risentirne; ed è di poca consolazione
il ricorso accettato dal TAR che quasi sicuramente ci permetterà di rigiocare la famosa partita casalinga di andata contro la Roma. Ma dove? Lo stadio Is Arenas potrebbe essere messo sotto sequestro. Che questa sia la fine sfortunata e indegna di uno stadio altrettanto sfortunato e incapace di raccogliere la pesante eredità lasciatagli dalla nostra storia calcistica? Allora ai rossoblù converrà non disfare le valigie.
Gianmarco Cossu