La Apple oggi è riuscita a superare Exxon per capitalizzazione di mercato, diventando la prima società degli Stati Uniti per valore. Ora il gruppo vale 448,79 miliardi di dollari, contro i 413 del colosso petrolifero. È la seconda volta che Apple si porta in testa, il primo soprasso era avvenuto in agosto, ma poi l’azienda guidata da Tim Cook era tornata dietro.
Tuttavia c’è poco da star lieti a Cupertino perché l’edizione odierna del New York Times, in prima pagina, spara a zero sulle condizioni dei lavoratori dei fornitori di Apple. Nell’occhio del ciclone in particolare la Foxconn da cui arrivano gli iPhone e gli iPad.
Il focus è sugli stabilimenti cinesi della multinazionale di Taiwan: i problemi sono vari, il più serio riguarda la sicurezza. Non sono mancati gli incidenti mortali negli ultimi tempi. Due anni fa, 137 lavoratori sono rimasti intossicati per via dell’utilizzo di una sostanza chimica per pulire gli schermi dei cellulari. Nell’ultimo anno si sono verificate due esplosioni nello stabilimento di Chengdu che hanno causato 4 morti e 77 feriti.
Oltre alla sicurezza, c’è una seria questione riguardo il comfort lavorativo. I dipendenti lavorano anche sette giorni su sette e vivono in dormitori affollati. Alcuni dichiarano di stare talmente tanto tempo in fabbrica da non riuscire a camminare per il gonfiore alle gambe. Inoltre, Apple si è servita di minorenni e pare che i fornitori abbiano smaltito rifiuti pericolosi illegalmente e falsificato documenti.
Sicuramente non si tratta né della prima né dell’ultima azienda che sfrutta i lavoratori e usa pratiche illecite, ma nel caso di Apple la responsabilità si aggrava sia sia per la posizione dominante nel mercato sia perché dal 2007 ha varato un codice di condotta dei fornitori in materia di lavoro in sicurezza.
Da quell’anno, il brand di Cupertino ha riscontrato che più della metà dei suoi fornitori ha violato quest’autoregolamentazione e in qualche caso pure la legge. Però non risulta siano stati presi provvedimenti in merito. In particolare, Apple tiene un occhio di riguardo nei confronti di Foxconn, essendo l’unica in grado di fornire iPhone e iPad in modo estremamente rapido.
Questo reportage stride anche con le parole di due anni fa del defunto Steve Jobs:
Credo davvero che Apple sia una delle migliori società del settore, e forse di tutti i settori, nel comprendere le condizioni di lavoro nella propria catena di fornitura. Voglio dire, queste fabbriche hanno ristoranti, cinema, ospedali e piscina.
Strutture che effettivamente esistono, anche se ciò non migliora la vita in catena di montaggio, soprattutto se ci devi stare praticamente sempre.
La chiosa spetta ad un ex dirigente della Mela Morsicata:
Stiamo cercando davvero di rendere le cose migliori. Ma le gente sarebbe molto turbata se vedesse da dove viene il suo iPhone.
Fonte: New York Times, traduzione di Dagospia