Nel 2-3 subito dalla Repubblica Ceca, per l’Olanda c’è anche un incredibile autogol di Van Persie su corner
Ventiquattro nazionali parteciperanno alla fase finale dei prossimi Europei in Francia e tra di esse non ci sarà l’Olanda, che a luglio dell’anno scorso è salita sul gradino più basso del podio al Mondiale. Un anno e poco più di Qualificazioni Europee possono essere riassunte da questa inaspettata sentenza che sconfessa chi, come noi, pensava all’inutilità di gironi così articolati se poi, a conti fatti, il 43,39% delle 53 iscritte avrebbe staccato il biglietto per Parigi (una percentuale che si avvicina al 50% se consideriamo che squadre come San Marino, Gibilterra e Andorra non hanno neanche la velleità di sognare un miracolo).
Il livello medio delle nazionali europee si sta, però, alzando e in fondo la notizia positiva è proprio questa. Una nazionale che ci ha abituato negli ultimi anni a grandi exploit come la Grecia non ci sarà? Svezia, Danimarca, Ucraina, Norvegia e Irlanda dovranno provare a conquistarsi agli spareggi un posto per la fase finale? Non importa. A Euro 2016 vedremo facce e nazionali nuove come Islanda, Albania, Galles e Irlanda del Nord e questo renderà un po’ più interessante l’altro lunghissimo turno preliminare che ci aspetta. Ricordiamo, infatti, che, così come avvenuto per i Mondiali dal 1986 al 1994, passeranno il primo turno della fase finale le prime di ciascuno dei sei gironi da quattro squadre e quattro delle sei terze! Poi sarà tutto azzerato e si partirà con gli ottavi. E ricordiamo che l’Argentina nel ’90 e l’Italia nel ’94 passarono il turno solo come terze…
Parlavamo, ad ogni modo, delle facce nuove. Per la prima volta in assoluto hanno, superato una fase di qualificazione continentale Islanda e Albania, due nazionali che quando non esisteva ancora il ranking UEFA e alla fase finale ci andavano solo in otto erano inevitabilmente le squadre materasso dei rispettivi gironi. L’impresa più sorprendente è certamente quella della nazionale condotta da De Biasi, che ha staccato il biglietto per la Francia senza nemmeno passare dagli spareggi, anche se -a onor del vero- la Danimarca è stata penalizzata dalla decisione differita dell’UEFA che a luglio ha assegnato lo 0-3 a tavolino a Serbia-Albania, giocata nell’ottobre 2014 e praticamente invalidata (era stato assegnato il 3-0 alla Serbia e i serbi erano stati allo stesso tempo penalizzati di tre punti).
La festa albanese
Il cammino più convincente è stato, però, quello degli islandesi, che hanno saputo conquistare con due turni di anticipo la qualificazione in un girone con Repubblica Ceca, Turchia e (guarda un po’) Olanda. E adesso la nazionale di Sigurðsson, Bjarnason e Hallfreðsson si appresta a diventare la pericolosa matricola che tutti vorranno evitare al primo turno.
Irlanda del Nord e Galles hanno, invece, un passato con qualche soddisfazione in più. A parte un po’ di vittorie nel British Home Championship (8 e 12 rispettivamente), i gallesi ebbero l’onore di essere sconfitti ai quarti dal Brasile di Pelé nel 1958. Tre, invece, le partecipazioni nord-irlandesi a un Mondiale, due delle quali decisamente soddisfacenti: nel 1958 raggiunsero anche loro i quarti (furono eliminati dalla Francia di Kopa) dopo aver fatto fuori l’Italia nelle qualificazioni, nel 1982 batterono la Spagna padrone di casa al primo turno e poi si fermarono al successivo, sconfitti nuovamente dalla Francia. Per le due federazioni del Regno Unito è, comunque, la prima partecipazione alla fase finale di un Europeo. Ma se, da un lato, possiamo dire che per il Galles ora o mai più, vista la buona infornata di talenti (Bale e Ramsey su tutti), l’Irlanda del Nord è un’altra di quelle nazionali non pronosticate alla vigilia: Davis del Southampton, Lafferty del Norwich o il 38enne Carrol non sono, infatti, tra i protagonisti più attesi della manifestazione francese.
Non è una new entry, ma anche l’Austria è una di quelle nazionali che non si vedeva da tempo: a parte l’Europeo 2008, in cui -ahimé- l’abbiam vista ma solo perché co-organizzatrice dell’evento insieme alla Svizzera, gli austriaci non passavano le qualificazioni continentali da Francia ’98. Allora c’erano il non più giovane Polster e il discontinuo Herzog e non andò bene, adesso la generazione guidata da Alaba ha molta più speranza di lasciare il segno, come già fatto in qualificazione (9 vittorie e 1 pareggio).
Oltre la Francia qualificata d’ufficio perché organizzatrice, sono nove le nazionali presenti in Brasile già qualificate per Euro 2016: Spagna, Germania, Inghilterra, Portogallo, Belgio, Italia, Russia, Svizzera e Croazia. I bleu e le prime cinque di questo elenco saranno teste di serie. La nazionale azzurra è rimasta fuori dalla prima fascia anche stavolta, ma almeno ha lottato fino in fondo: il buon 1-3 in Azerbaigian, il 2-1 in rimonta sulla Norvegia in casa non bastavano, occorreva il passaggio a vuoto del Belgio che non c’è stato. Vedremo come andrà in sede di sorteggio.
Le altre già qualificate sono Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Turchia. Quest’ultima è passata come migliore terza grazie al gol di Inan che all’88’ le ha permesso di battere l’Islanda e alla rete del kazako Kuat che ha dato ai suoi la vittoria in Lettonia e ha spedito i lettoni all’ultimo posto nel girone. Fossero arrivati ultimi i kazaki, in Francia ci sarebbe andata l’Ucraina senza passare per gli spareggi.
Mario Frick in maglia Ternana
In attesa delle sfide che decideranno le restanti quattro qualificate, le righe finali le dedichiamo a Mario Frick, che ha deciso a “soli” 41 anni di lasciare la nazionale del Liechtenstein e il calcio professionistico. 125 presenze con la maglia del Liechtenstein (circa l’80% dei match dal 1993 a oggi) ne fanno più che un monumento. 15 gol segnati, di cui solo cinque in amichevole e gli altri in partite valide per le qualificazioni, spiegano le sue buone qualità da attaccante, osservate anche in Italia in special modo con le maglie di Ternana, Siena e Verona. I suoi ultimi anni da difensore centrale raccontano di un grande professionista che ha messo a disposizione tutta la sua esperienza per far crescere la nazionale del principato.
Se un giorno il Liechtenstein arriverà anche solo a sfiorare la qualificazione per la fase finale di un grande torneo, il merito sarà anche suo.
federico
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