Martedì 25 Agosto. È un assolato pomeriggio d'agosto e noi siamo più che decisi a lasciarci alle spalle il caldo torrido dell'estate. Sono le 15:30 quando partiamo per Milano Malpensa; dopo una piccola fermata a Chivasso per comprare un paio di pacchi dei famosi nocciolini, alle 18:00 arriviamo all'aeroporto. Per le 21:40 è previsto il decollo dell'aereo: quattro ore di viaggio sorvolando Torino, Parigi, Londra e Glasgow. Scartando le due ore di fuso orario, alle 00:35 del 26/08/2015 siamo atterrati a Keflavík, Islanda. [...]
Dopo una giornata di nuvole e vento e dopo esserci presi un po' di pioggia a Djúpalónssandur, approdiamo in un porto sereno: il faro di Malariff. Una lunga pausa senza vento, nuvole e pioggia. Purtroppo si è fatto tardi e dobbiamo completare il giro. Passando per Hellnar arriviamo alla chiesa nera di Búðir per poi chiudere il cerchio e tornare a Grundarfjörður. Per tutto il resto del viaggio siamo stati accompagnati dalla pioggia e dal vento[...]
Dopo un pranzo a base di panini all'aringa sulla sponda opposta del fiordo di Akureyri, con una bella vista della città, arriviamo a Goðafoss: la leggenda narra che Þorgeir, il capo del distretto Ljósavatn, fece del Cristianesimo la religione ufficiale dell'Islanda; dopo questa conversione si dice che, tornato a casa, gettò le sue statuette, raffiguranti gli Dei nordici, nella cascata, facendola diventare la Cascata degli Dei[...]
Sono le 23:00, stiamo fumando tranquillamente fuori dalla cucina quando, improvvisamente, si accende una fievole luce verde nel cielo che però svanisce subito. Scatto immediatamente a chiamare Beppe che era rimasto in cucina e corro in stanza a prendere il cavalletto e la macchina fotografica. L'emozione è tanta. Piazzo il treppiede, regolo la reflex, sistemo l'inquadratura e sono pronto a scattare. La tensione aumenta, poi di colpo in cielo compare un velo verde, che si sposta come un lenzuolo al vento, che si intensifica e si attenua come la luce di un faro. Premo il pulsante. L'Aurora Boreale è nostra.
Passa un'ora e l'aurora ci saluta, ma non è un addio.
[...]Il tempo scorre in fretta, alle 18:00 siamo a Dettifoss, un percorso di 1,6 km in mezzo alle rocce ci porta alla cascata maggiore d'Europa con una portata media di 200 m³/s. Spaventosa.
Questa volta il tempo non ci è amico, le nuvole ci fanno pesare ancora di più le tre ore e mezza di strada che ci separano da Eskifjörður. Già a Hverarondor Hverir cominciavamo a notare la scarsità delle pecore, quel numero esiguo di pecore è diventato zero assoluto appena entrati nell'entroterra. Qui abbiamo capito perché la popolazione Islandese risiede sulla costa: terra bruciata, rocce e una punta del Vatnajökull (il ghiacciaio più grande d'Islanda) in lontananza per 200 chilometri di strada. Per tutto il tragitto abbiamo incontrato circa 5 macchine. La desolazione[...]
Lunedì 31 agosto. Provati dal lungo viaggio del giorno prima, abbiamo dormito fino a tardi. Alle 11:30 siamo pronti a partire. Il viaggio procede tranquillo, ma quando arriviamo nei pressi di Höfn vediamo tre macchine ferme a bordo strada e una mezza dozzina di persone ferme a fotografare. Inizialmente non abbiamo dato peso alla cosa pensando che fotografassero una pecora. Io però continuo a guardare per capire cosa catturasse a tal punto l'attenzione di tutte quelle persone. Nel momento in cui li superiamo vedo e capisco perché si erano fermati: una renna. Abbiamo visto una renna. Sulla riva di un fiordo. Alle pendici di una montagna. Siamo rimasti incantati fino a che non se n'è andata, scomparendo dietro ad una collinetta.
Venerdì 4 settembre. Oggi tocca alla Golden Circle, l'insieme delle zone naturali più visitate d'Islanda, una strada che ci porta a scoprire la valle geotermica Haukadalur con i suoi geyser Strokkur e Geysir, Gullfoss (cascata d'oro), considerata la più bella d'Islanda e il parco Nazionale Þingvellir con le sue faglie della Tettonica a Placche che sembrano dei veri e propri canyon[...]
Domenica 6 settembre. Svegliarsi è di nuovo un'impresa. Anche oggi piove, ma almeno non tira tanto vento. Dopo pranzo saliamo in macchina e ci dirigiamo alla Blue Lagoon, i bagni termali più famosi dell'Islanda. Questa volta non facciamo il bagno, ci limitiamo a guardare la gente sotto la pioggia immersa nell'acqua a 40°. Torniamo a Reykjavík, e andiamo a mangiare nel Baejerin Beztu Plisu, il chiosco degli hot dog più buoni del Paese se non del mondo, a detta di James Hetfield e Bill Clinton[...]
Leonardo Medesani
P.S.: In Islanda non esistono i treni. Per spostarsi da un posto all'altro dell'isola usano piccoli aerei, principalmente ad elica.