Ho anche commentato in modo alquanto ispirato, forse troppo, avrà pensato io non sia del tutto in ordine, ma cosa sia il disordine, e chi stabilisce che sia o non sia tale?!
...comunque mi sono messa a pensare, dicevo, al fatto che io sono una che vorrebbe scrivere nella vita, ma scrivere per davvero.
Scrivere del genere che fai quello come lavoro, che ti organizzano tour nelle librerie, che ti citano su facebook o negli stati di whatsup, e che magari compare pure un trafiletto sui settimanali femminili; ed il tuo lavoro viene valutato con 3 stelline magari, che di più è mancanza di umiltà e di meno di autostima; e poi una persona qualsiasi, un giorno per caso, ti ferma e ti dice che quello che hai scritto è stupendo, che un po' le ha cambiato la vita...e tu capisci che invece è la vita tua ad essere differente!
Si, voglio essere una scrittrice famosa.
Si, voglio un po' cambiare le cose, e con le cose anche la mia esistenza e la mia felicità.
Si, se possibile voglio succeda presto, il prima possibile.
Però mi sono resa conto che non so se c'ho poi tutti sti numeri e ste possibilità, perché sono una che con le scrittrici non c'entro un cazzettone!
Ecco, non mi manca la Moleskine sempre aperta con mille scarabocchi sopra, ma non ho mai lo sguardo perso nel nulla, quello che non è vuoto, è intenso e carico, misterioso e quasi esoterico, avete presente?
Mi manca anche il rigore tipico di chi è determinato fino in fondo, e fino in fondo vuole arrivare, tipo scrivendo almeno 2 ore ogni giorno, dandosi orari, avendo uno schema...
Non ho sicuramente la velleità della filosofa o della mistica, mi credo raffinata e di buon gusto, ma poi scrivo gigionate pazzesche, di quelle che strizzano l'occhio alla polemica martellando sul fatto che me stessa è il centro del mondo...
Mi ci vedo in uno Starbucks con il cappuccino di latte scremato extra gigantesco sul tavolino, con il mac aperto e le idee che sballonzolano da un neurone all'altro creando qualcosa di buono, magico perfino...ma è solo un cliché, per quanto bello bello in modo assurdo, non la verità di un angustio spazio, dove far coesistere quotidiano ed azzardo azzardato.
Ho visto troppi film, letto troppi libri, immaginato sempre troppo in grande, senza avere mai tirato fuori le palle per trasformare in reale quei sogni da cassetto, che si sono confusi con le mutande, e non si sa dove inizino gli uni e finiscano gli altri.
...però, parlando di ispirazione, mi sono accorta, durante la mia prigionia forzata post pancreatite, che mentre sono in giro che cammino, faccio la spesa, ho il naso all'insù e nulla vedo e nulla mi sfiora, la mia testa vaga e la mano partorisce quelle idee che si concepiscono dentro di me.
Posso anche semplicemente leggere cose scritte da altri, si trattasse anche solo delle didascalie alle foto instagram di chicchessia...
La mia mente è fertile, vivace, vivida e all'erta.
Se questo specifica "ispirazione", non lo so, e non mi importa nemmeno più di tanto.
La mia scrittura basta a se stessa, e si completa in se... sono io a non esserne totalmente soddisfatta, a sentirmi sempre in debito di qualcosa...
Mi hanno fatto riflettere su "bisogno" e "desiderio", e mi sono trovata spiazzata, poiché pare, parlando in strizzacervellese, che il bisogno sia molto meno nobile del desiderio... ed io mi sono sentita una vera vassalla, alle prese con la voglia di battere sul pc o di inchiostrare un foglio, dando un senso al bianco; perché per me quello è bisogno puro. Esigenza, ardirei dire. L'ispirazione è la quotidiana ricerca di un senso al mio essere pericolosamente celebrale: la chiave di volta, per riscattare la mia intemperanza nel voler essere, non banalmente esistere...E mi pare sia la cosa più sensata di tutte le cose che faccio e dico e penso......e allora, mi domando, perché nel leggere questa mia spinta, sento qualcosa di intrinsecamente sbagliato?!