D’altra parte, all’interno d’una editoria italiana che nel suo insieme si muove oggettivamente e soggettivamente tra i vantaggi diretti e indiretti offerti dal regime, e i compromessi e le rinunce per aggirare le censure ed evitare i sequestri di natura moralistica o politica (che arrivano a colpire gli autori ebrei e le «lingue nemiche»), si manifestano anche comportamenti diversi. Ci sono varie forme di non allineamento e opposizione, con relative ritorsioni, persecuzioni, arresti, da Gobetti a Laterza, da Formiggini a Einaudi, da Dall’Oglio alla Nuova Italia, e ci sono forme di adesione al regime che non rientrano in quella logica assistenziale. Il fatto per esempio che la Mondadori goda di finanziamenti agevolati e di cospicue commesse (trovandosi tra l’altro al primo posto nelle assegnazioni del libro di Stato), o che pubblichi titoli vistosamente fascisti, non smentisce le sue marcate caratteristiche di struttura industriale moderna, il suo crescente sviluppo tecnico, organizzativo e commerciale, e la sua strategia proiettata con autonomia, determinazione e consapevolezza sul mercato. Determinazione e consapevolezza che non ha precedenti neppure nella maggiore editoria del Nord, a cominciare da Treves. Quel rapporto privilegiato con il regime anzi, al di là di ogni precarietà assistenziale, diventa momento organico di questa strategia. Che manifesta infatti una chiara sintonia con un orientamento presente all’interno della contraddittoria e variegata politica editoriale fascista: come prova la convergenza su alcune idee fondamentali tra Arnoldo Mondadori e Franco Ciarlantini, presidente dal 1926 al 1940 della Federazione degli editori, fondatore della casa editrice Alpes nel 1921 a Milano, e animatore di altre iniziative editoriali. Idee manifestate da entrambi fin dagli anni venti. Considerare il prodotto-libro come gli altri prodotti, muoversi attivamente all’interno del mercato, promuovere una vasta azione di propaganda e di promozione, conquistare il vasto pubblico, nel quadro di uno svecchiamento e di una modernizzazione della società italiana: queste le esigenze e proposte che portano avanti con argomenti analoghi Mondadori e Ciarlantini, anche come portavoce di più vaste e autorevoli posizioni. Manifestazione non soltanto curiosa della politica editoriale arnoldiana del 1937, il premio di un pranzo e di una gita sul lago di Como ai librai più solerti nelle vendite dei romanzi Omnibus mondadoriani.
Storia dell’editoria letteraria in Italia. 1945-2003 di Gian Carlo Ferretti
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