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Ispirazioni dal web #2

Da Susanna Murray

Ispirazioni dal web #2

Shop less, live more


Ebbene sì, questa settimana vi ho trascurato, ma il lavoro offline e le feste ad intermittenza mi hanno reso davvero difficile aggiornare il blog.
In questi giorni facevo delle riflessioni leggendo sul web lavori molto interessanti come quello di  Jill Chivers  con Shop less, live more che nasce come un vero e proprio percorso di auto-sostegno contro lo shopping compulsivo e il post di  Alexandra Suzanne Greenawalt sul perché non acquistare da H & M, Why I no longer shop H & M  .

LESS IS MORE


Il concetto di fondo lo conosciamo già : "Less is more" diceva il designer Mies, minimalista.Quindi al cambio di primavera l'idea di eliminare alcuni capi, non deve essere legata solo ad una semplice abitudine routinaria stagionale, ma potrebbe essere anche un'occasione per rimettere mano al guardaroba e rivalutare quanti capi inutili e "cheap" ( cioè che abbiamo comprato perché economici, ma che denunciano la scarsa cura nella fattura e nei tessuti ) infestano da anni il nostro armadio (nell'illusoria attesa di essere indossati in un futuro "chenonsisamai" ). 
Perché, come appunto potremmo interpretare Mies: meno c'è , meglio è!

"ACQUISTO TANTI ABITI ECONOMICI, PERCHÉ TANTO NON VALE LA PENA DI SPENDERE PER ME"


Capita di avere nel nostro guardaroba 10 t-shirt pagate 10 euro l'una ( alcune clienti mi dicono: "Perché mi piace variare") che, sebbene si rovinino dopo i primi lavaggi o si macchino inesorabilmente, pare essere preferibile a 2 t-shirt più expensive, ma di cotone di qualità. Ma io, mentre sono in una sessione di coaching con una cliente, mi chiedo se invece, il senso di precarietà e disvalore, non sia anche un atteggiamento della persona nella percezione di se stessa e del proprio valore.E su questo tema si potrebbe aprire un capitolo infinito con autostima & co.

UN ABITO DI QUALITÀ: UNA RELAZIONE CHE DURA NEL TEMPO


Avere oggetti che durano poco e vengono sostituiti in fretta, non è solo la brutta conseguenza del concetto di consumismo, ma anche una metafora di come ci approcciamo alle relazioni e agli impegni.
Impegnarsi con un paio di pantaloni costosi per un po' di anni, sembra più faticoso di 5 pantaloni da 30 euro "che se mi stufo, puff! Li butto via, tanto costavano poco...".Un oggetto di qualità durerà nel tempo e avrete l'opportunità di far rientrare la spesa per un vestito di buona fattura, con l'uso che ne verrà fatto in più stagioni.Lo stesso ovviamente non si può dire per un capo di scarsa qualità che, se ci pensate bene, pagherete anche poco, ma all'arrivo della nuova stagione, dovrete riacquistare e dopo il primo lavaggio già segnalerà i suoi limiti.
Con meno capi nell'armadio è anche più semplice organizzarsi la mattina quando si esce di corsa e non si sa cosa indossare. Insomma "pochi ma buoni" potrebbe diventare il vostro motto.Oppure se invece volete ricreare capi già vissuti  ma poco attuali, potete sempre visitare i lavori di Fils de Rêves con le sue Creazioni o spulciare in rete i tantissimi tutorial di "Do it yourself" per trasformare vecchi abiti con una buona dose di creatività.

Cercate di capire come sfruttare i colori giusti per voi e le linee che si adattano meglio alla vostra personalità, alle vostre esigenze ed alla vostra fisicità e se invece vorreste un aiuto vi ricordo che ci sono due servizi di Style Coaching che ho lanciato questo mese presso il Centro benessere Naturalmente Bella di Pesaro dove vi aspetto per conoscerci! 


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