Si dice che Israele sia la terra promessa da Dio al popolo eletto, gli ebrei. E per giustificare questo assunto, per giustificare presunte guerre di difesa, si risale a un passato mitico, fondante, legittimante.
Stamattina ho ripreso in mano “Io e dio” di Mancuso. C’è una parte in cui analizza i contenuti della Bibbia, in particolare qui riporto alcune assunzioni sul Vecchio Testamento.
Avete presente Abramo, Sara, Isacco, Rebecca e tutte le loro avventure? Ebbene, al di fuori della bibbia non ci sono altri testi che testimoniano l’esistenza di queste famiglie.
Avete presente l’esodo degli ebrei? Gli ebrei che fuggono dall’egitto e che vanno a cercare la terra promessa da dio? Al di fuori della bibbia, non ci sono testi che ne parlano, almeno non nel modo storicizzato e puntuale (esodi ce ne sono sempre stati). Non ne parlano i testi egizi, e l’Egitto al tempo era al suo massimo splendore: possibile che un esodo del genere non sia stato riportato da nessuno scriba?
Di più: “i siti nominati nel racconto dell’Esodo sono reale ma sfortunatamente per coloro che cercano un esodo storico, erano disabitati proprio nell’epoca in cui la tradizione attribuisce loro un ruolo negli episodi delle peregrinazioni dei figli di Israele nel deserto”.
E arriviamo alla Terra Promessa. Che, secondo la bibbia, è stata conquistata da Giosuè a fil di spada, senza lasciare superstiti, nè donne nè vecchi nè bambini, ammazziamoli tutti, evviva.
Ebbene, da studi archeologigi e storici, risulta che le città di Gerico e Ai non possono esser state conquistate in quel modo, perchè in quel tempo erano rovine. Altro che trombe che suonano per sette giorni e fanno cadere le mura di Gerico: erano già crollate!
Sembra dunque che gli israeliti non siano penetrati nella terra promessa come dal racconto biblico, ma siano emersi all’interno del paese stesso (un insidiamento può avvenire o per conquista militare, o per progressiva infiltrazione di popolazioni esterne, o per rivoluzioni interne che causano rovesciamenti della classe dirigente).
Però, sulla base di tutte queste pagine bibliche si fonda la storia del Novecento, dei trattati, della fondazione ufficiale dello stato di Israele. E vogliono farci credere che se ora tra arabi e israeliani ci sono continue scaramucce e scambi di missili, è perché gli arabi vogliono invadere il paese che spetta di diritto al popolo ebraico.
Attenzione: per naturale inclinazione (forse anche voi ce l’avete questa inclinazione?), non mi piacciono i musulmani integralisti (stato e religione devono stare separati, altrimenti non si ragiona più). Ma le religioni, quando diventano istituzioni (e parlo degli ebrei, dei cattolici, dei musulmani ecc…) tendono ad essere molto simili: non riescono a vivere, non vogliono vivere, senza agganci temporali.
Ma la religione non doveva essere un religio, un legame, con dio (inteso in senso personale o come ente ordinatore, non importa)?
Che cosa ve ne fate delle terre, degli anelli papali, dei patrimoni ecclesiastici, del petrolio?
Ah, devo rispondere alla domanda del titolo: Israele è degli ebrei?
Ecco, in diritto internazionale le cose vanno un po’ per contro proprio, non è come nel diritto interno dove, se rubo un libro al vicino di casa (magari avessi vicini di casa con libri da rubare…), arriva il carabiniere (magari venissero i carabinieri, le mie divise preferite!) e mi dice, in forza della legge, restituisci il libro.
In mancanza di un Leviatano che attribuisca diritti e dovere, siamo allo stato di natura (non mi venite a parlare di Onu, per favore).
Dunque… facciamola breve:
Sì, Israele è degli ebrei.
Finché saranno in grado di tenersela con la forza.