Il 28 Gennaio è una data molto importante per tutta la storia dell’umanità, il giorno della memoria, ovvero il giorno in cui viene ricordato il terribile evento della Shoa. A distanza di 60 anni dall’apertura dei cancelli di tutti i campi di concentramento sono state fatte conferenze, documentari e film. Tutto allo scopo di dare voce e testimonianza delle terribili atrocità che il popolo ebraico,e molti altri gruppi umani come omosessuali, zingari, oppositori politici e disabili, hanno subito a causa dell’ideologia nazista.Importantissimo, il valore indissolubile della Memoria, per non dimenticare simili atrocità in modo da estirparne ogni germoglio, presente e futuro.
Sono favorevole a una cultura della memoria, come nipote di una donna coraggiosa che ha vissuto l’occupazione nazista e che ha assistito all’assasinio del fratello e dunque, so quanto sia importante il raccontare e il non dimenticare, ma mi chiedo, tutto questo dolore, tutte queste sofferenze, ci hanno davvero insegnato qualcosa? Comprendiamo pienamente il significato del giorno della memoria, oppure lo celebriamo solo per convenzione? Il popolo ebraico ha fatto tesoro di questa terribile esperienza?.
Io penso di no, penso che in molti abbiamo respinto con forza la pratica del genocidio di massa, ma non abbiamo rinunciato a forme di discriminazione, di non aiuto, e di odio nei confronti di chi è diverso e di chi ci appare ostile.
Il moderno stato di Israele, è uno stato costituito artificialmente nel 1948 da un assemblea di stati democratici, con lo scopo di dare finalmente un territorio a tutti gli ebrei, sia a quelli sopravvissuti all’olocausto che a quelli immigrati in vari paesi.
Uno stato costruito sulla cosiddetta “terra promessa” nell’ antica regione di Canaan, una porzione di terra ricca di significati culturali e religiosi per il popolo ebraico, una porzione di terra non disabitata ma già occupata dal popolo Palestinese.
L a decisione delle Nazioni Unite di assegnare precise porzioni del territorio palestinese allo stato di Israele ha causato fin da subito proteste e conflitti, e fin da subito Israele ha attaccato con le armi e la forza i confini palestinesi per ampliare i suoi territori prestabiliti. Finendo per provocare una delle contese territoriali più conosciute, quella riguardante la Striscia di Gaza.
Inoltre negli ultimi anni Israele si è reso protagonista di un altra importante violazione dei diritti umani, quella riguardante l’asilo e l’accoglienza dei rifugiati africani, sopratutto provenienti dal Sudan e dall’Eritrea. Il moderno Israele, nonostante abbia firmato i trattati dell’ Onu riguardanti i diritti umani, si rifiuta di riconoscere il titolo di rifugiati politici a tutti questi immigrati disperati.
Onde e onde di persone scappano attraverso il deserto, fuggendo dalla guerra, dalla fame e dalla miseria, per godere di una vita migliore in Israele. Arrivati sperano di trovare accoglienza, di rimediare un alloggio, di avere cure mediche, di poter accedere all’istruzione, invece vengono trattati come criminali, come nemici, come persone da arginare nei centri di detenzione e dalle quali proteggersi.
Attualmente Israele ha creato uno dei più grandi centri di detenzione per rifugiati, con 10.000 letti.
Un centro che non rispetta le normative sui diritti umani, ma usa la violenza e le misure punitive, un centro dove i rifugiati devono sostare per mesi e mesi con l’obbligo quotidiano di firma, senza poter andare da nessun altra parte.
A questo punto, la mia domanda sorge spontanea : cosa vi ricordano questi centri di detenzione?
La realtà che si sta consumando in Israele, è lontana da quella dei campi di concentramento, ma non ne rappresenta un degno insegnamento, non fa onore a tutti gli uomini, le donne e bambini, ebrei e non solo, che hanno perso la vita nei campi di concentramento.
Noi tutti dobbiamo ricordare il dramma della Shoa per evitare che eventi di questo genere si ripetino, per evitare che un altro gruppo umano venga escluso, perseguitato, discriminato e annientato per una qualsiasi ideologia sbagliata. Israele in questo momento sembra aver dimenticato il vero valore della Shoa, il vero valore dell’umanità, il vero valore della vita. La memoria serve sopratutto a questo, non a evitare che venga ricostituita un’altra Shoa, ma per evitare che problematiche come quelle dei rifugiati africani accadano. Per abbattere tutte le differenze di razza, di religione, di ceto sociale, di genere e affermare solo un identità, quello dell’ ESSERE UMANO.
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