Gli astronauti Barry Wilmore, comandante dell’Expedition 42, e Terry Virts compiono un’ispezione nel Nodo 2, nel segmento USOS della ISS. Crediti: NASA/ESA
“Hey everybody, thanks for your concern. We’re all safe and doing well in the Russian segment.” Così Samantha Cristoforetti salute tutti e ringrazia. Stanno tutti bene nel modulo russo, dove hanno trascorso la notte.
Ieri sera gli astronauti Barry Wilmore, comandante dell’Expedition 42, e Terry Virts avevano compiuto un’ispezione nel segmento USOS per valutare la quantità di ammoniaca presente nell’atmosfera nei vari moduli dove si era verificato l’allarme di perdita di ammoniaca. Non avendo rilevato ammoniaca, dal centro di controllo missione di Houston era stato autorizzato loro di togliere le maschere. Mentre i due astronauti procedevano con gli accertamenti, Anton Shkaplerov e la nostra Samantha Cristoforetti si erano sistemati nel modulo a cui è attraccata la loro Soyuz, quella che li ha portati in orbita nel novembre scorso, chiudendo il portello senza bloccarlo, e altrettanto hanno fatto gli altri tre astronauti dell’altro equipaggio Soyuz arrivati a bordo della ISS tre mesi prima. Tutti indossavano le stesse maschere protettive che avevano usato nella mattinata.
Poco prima, durante la conferenza tra i membri dell’Expedition 42 e i vari centri di controllo a Terra (dislocati in varie parti del mondo) si era discusso della causa che aveva portato all’allarme. Erano stati compiuti una serie di cicli di riaccensione su una delle unità MDM coinvolte nell’allarme e non era stata segnalata presenza di ammoniaca. Gli MDM sono dei computer che ricevono tutte le informazioni telemetriche e che vengono inviate poi ai computer principali della ISS. La verifica alle altre unità presenti nel Nodo 2 stava continuando.
Per chi ha facilità con l’inglese e voglia di ascoltare, l’International Space Station Program Manager (responsabile del programma ISS) Mike Suffredini racconta che cosa e’ accaduto nella giornata di ieri all’interno della iSS con numerosi dettagli tecnici.
Gli astronauti dell’Expediton 42 hanno trascorso la notte nel modulo russo: non e’ stato possibile per loro raggiungere le cuccette. Come mai sono rimasti in quel settore quando l’allarme era rientrato? A bordo della ISS c’e bisogno di un continuo riciclo dell’aria. A questo provvede l”Intermodule Ventilation che, come conseguenza automatica all’emergenza di ieri, era stato spento all’interno dei vari moduli del segmento USOS.
Per evitare che l’ammoniaca o i gas tossici si diffondano negli altri moduli della ISS (o per rallentare la sua diffusione) tale ventilatore era stato spento. Questo comporta che l’aria si ferma, letteralmente.
Cosa succede dentro un abitacolo chiuso come la ISS? Prima di tutto, senza la ventilazione non e’ possibile ripulire l’aria dall’anidride carbonica prodotta dalla respirazione degli astronauti (e dagli altri elementi) e dall’umidità’ prodotta dai corpi degli astronauti stessi. In secondo luogo, cosa molto più importante, se l’aria si ferma l’anidride carbonica espulsa fuori dalla bocca rimane nelle vicinanze del viso dell’astronauta e tende ad accumularsi come una sorta di bolla, soffocandolo.
Per noi che viviamo sulla Terra l’anidride carbonica espulsa fuori dai polmoni attraverso la bocca non rimane localizzata, ma tende a salire verso l’altro, per una questione di forza di gravità, lasciando posto all’aria ricca di ossigeno di permetterci di continuare a respirare, e quindi di vivere.
La forza gravitazionale terrestre attira verso il basso i gas freddi, quelli più densi e pesanti, mentre quelli più leggeri, caldi e meno densi, tendono a salire verso l’alto. L’anidride carbonica prodotta dal nostro corpo viene espulsa e tende a salire verso l’alto, lasciando posto all’aria ossigenata che possiamo inalare. Nella ISS dove si e’ in e’ di fatto in “assenza di gravità” e quindi l’effetto della gravita’ e’ annullato dalla forza centrifuga legata alla velocita’ con cui la ISS ruota attorno alla Terra, senza ventilazione i gas tenderebbe ad accumularsi vicino al volto dell’astronauta. Immaginate a cosa potrebbe succedere se l’astronauta rimanesse fermo nella stessa posizione, come succede quando si dorme: l’astronauta morirebbe per mancanza di ossigeno.
La ISS orbita intorno alla Terra ad una velocità spaventosamente alta se confrontata con le automobili che guidiamo nel traffico cittadino: 28 mila chilometri all’ora. Neanche in autostrada potremmo avere un’idea di questa velocità. Come fa a stare in orbita? Grazie alla forza gravitazionale con cui la Terra la tira verso di sé, verso il suo centro. E’ come se pensassimo ad una fune immaginaria: se questa fune immaginaria rappresentata dalla forza gravitazionale non ci fosse, la ISS se ne andrebbe via per la tangente, in modo rettilineo, proprio a 28 mila chilometri all’ora. In altre parole, la Terra tende a far cadere verso di sé la ISS in ogni istante, e in ogni istante la ISS sfugge via, rimanendo in orbita circolare attorno alla Terra grazie alla sua velocità. Galleggiare nella ISS e’ come cadere continuamente verso la Terra per via di questa azione gravitazionale che continua sempre, per ogni oggetto a seconda della sua distanza dal centro della Terra.
L’assenza di gravità non e’ proprio un toccasana per muscoli e ossa, come già e’ stato confermato da numerose ricerche dato che riduce la funzionalità del sistema immunitario. Il sistema immunitario si indebolisce anche nel corso di pochi giorni e quindi l’organismo tende ad essere più vulnerabile agli agenti patogeni. Tuttavia, una volta che si viene a ripristinare l’azione gravitazionale (una volta quindi che gli astronauti rientrano a Terra) la risposta immunitaria tende a migliorare.
La situazione dovrebbe tornare alla normalità nella giornata di oggi. Aspettiamo altre news dal centro controllo di Houston.