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(dal mio blog cultural-turistico Istanbul, Europa su Zingarate)
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Kınalıada prende il suo nome dalla falesia di arenaria – rossastra – che si getta nel mare di Marmara; il nome greco però è Proti: la prima, la più vicina all’allora Costantinopoli da dove venivano inviati imperatori e generali caduti in disgrazia (anche Diogene, sconfitto dai turchi selgiuchidi a Manzikert). L’isola è piccola e senza vegetazione d’alto fusto; vi svettano, sui tre picchi alti circa 100 metri, antenne e un antichissimo monastero – per l’appunto luogo d’esilio, dedicato alla Trasfigurazione – trasformato un secolo fa in orfanotrofio.
L’isola è di dimensioni ridotte: grazie a una strada circolare, si può farne il periplo completo a bordo costa: sia a piedi, sia in bicicletta; qualche ardimentoso si inerpica fino al picco del monastero e poi scende velocemente dall’altro versante rispetto a quello del porto e del villaggio, selvaggio e praticamente disabitato. Le abitazioni sono rivolte verso Istanbul, disposte seguendo strade parallele che tagliano la collina; di quelle antiche e lussuose in legno ne sono rimaste però poche: notevoli quelle gemelle dei Sakaryan, di fronte al molo.
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