( dal mio blog cultural-turistico Istanbul, Europa su Zingarate)
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Al terzo piano, c'è una grande stanza che ospita piccole mostre molto particolari: tutte sul tema degli archivi storici, di epoca sia imperiale sia repubblicana (pre e post 1923). Lo spazio ha un nome che dice già tutto: "Archivi aperti". La mostra aperta da pochi giorni ha per titolo "Frammenti d'archivio": e a partire da documenti, da foto e da oggetti vari appartenuti a membro dell'élite burocratica che risponde al nome di Said Bey (vissuto dal 1865 al 1928; interprete di corte, insegnante alla Scuola imperiale) e ai suoi familiari - custoditi e donati al museo dalla pronipote Hatice Gonnet Bağana - è possibile rivivere l'epoca di transizione degli anni 1900-1940. Said Bey era francofono, lo ricorda anche il suo necrologio ("Eccellente francofono, abile conoscitore dei codici comportamentali della civiltà occidentale"): ma tutti i suoi scritti autografi - agende varie, anche lettere - sono in ottomano, scritto coi caratteri arabi fino alla riforma di Atatürk che nel 1928 impose l'alfabeto latino.
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