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Aiutata da un gruppo di amici, Jay cerca di combattere la maledizione.
E' dal Torino Film Festival che si dicevano meraviglie di questo film del giovane David Robert Mitchell e quindi l'attesa era come minimo spasmodica .E si sa che quando le aspettative sono a mille, c'è il rischio concreto che la delusione si affacci maleducatamente durante la visione.
Cosa che non è successo fortunatamente con It Follows.
Ora non mi va di discutere se sia veramente l'horror migliore e più disturbante degli ultimi anni come urlato a gran voce sulla locandina, non sono bravo a fare classifiche e non mi sembra il caso di starne a fare adesso, però quando vedi un film come questo ti viene da pensare che il genere horror è ancora vivo e lotta con noi e non è morto e sepolto come dicono in tanti .
David Robert Mitchell guarda esteticamente indietro agli anni '80, regala cospicui riferimenti allo slasher degli anni che furono, rifiuta in toto l'estetica preconfezionata dell'horror moderno, plasticoso e troppo ricco di computer grafica per essere realmente terrorizzante.
Anzi , dirò di più : in alcune sequenze ( vedi quelle della piscina o quella della fuga dalla battigia) si ha l'impressione che il nostro non voglia calcare la mano fino in fondo.
Vuole suggerire orrore, non vuole mostrarlo ma anche nella suggestione è come se ponesse un freno.
La sequenza sulla battigia è hitchcockiana nella sua geometria e nel suo apparente disperdere la tensione in mille rivoli che stemperino la tensione ( vedi la telecamera che segue per un attimo il ragazzo che va a svuotare la vescica in mezzo alle canne).
Poi l'orrore arriva , copioso, ma si ha la sensazione che la sequenza è come accorciata, sforbiciata , diventa una rasoiata improvvisa ma breve, come se Mitchell ci avesse dato un assaggino e poi passasse intenzionalmente ad altro.
Quello che colpisce principalmente di It Follows è proprio il modo di girare di David Robert Mitchell, alla sua opera seconda, ma che dimostra una maturità impressionante nell'utilizzo del mezzo espressivo con movimenti di macchina sinuosi e mai fini a se stessi.
It Follows ha poi l'altro merito di prendere le regole non scritte del perfetto teen slasher e sovvertirle scientificamente una a una.
E' un film in cui gli adulti non sono presenti manco di striscio e se sono presenti sono lì solo per danneggiarti, il gruppo di ragazzi che si riunisce attorno a Jay, la vittima predestinata fin dall'inizio, non è la solita manica di minus habentes senza cervello , si allontana dallo stereotipo della classica carne da macello tipica del genere ma cerca di reagire alla maledizione usando l'intelletto e non rifugiandosi nella soluzione più banale , di sangue ne viene sparso ben poco, anzi nulla , il villain non è unico ma è un'entità multiforme, si nasconde negli anfratti della vita di Jay e delle altre vittime e si presenta nelle modalità più disparate, tanto che all'inizio quasi si fa fatica a riconoscerlo ( e questo crea altra suspense, vedi l'incontro di Jay e dei suoi amici col ragazzo che le ha trasmesso la malattia), è un maleficio che scompagina la realtà quotidiana e la rende inquietante minuto per minuto. L'immagine che mi è salita prepotente a livello filmico è quella di trovarsi di fronte a un Nightmare di Wes Craven che incontra un film di zombie di Romero ma senza incubi e senza morti viventi.
It Follows riscrive il genere del teen slasher un po' come Lasciami entrare qualche anno fa riscrisse le regole del filone vampiresco.
E ora veniamo brevemente alla metafora che Mitchell serve in guantoni da boxe: quella della malattia sessualmente trasmissibile.
Ecco io direi che più che agire di metafora il nostro agisce di ellissi usando una tematica tipicamente anni '80 ( la paura del contagio dell'HIV) come simbolo di tutte quelle tensioni affettive e sessuali che portano al cosiddetto coming of age.
Tutti i protagonisti, non solo Jay, sono in quel limbo che va dall'adolescenza all'età adulta e stanno cercando la loro strada ed è proprio per questo che It Follows diventa nel finale un coming of age movie, un po' come era il precedente film di Mitchell, genere che negli States è molto apprezzato e seguito.
Straniante la colonna sonora a base di synth, così come straniante è il finale aperto come pochi a un possibile seguito senza per questo rinunciare a una chiusura.
Sempre per ellissi.
Tirando le somme , è una visione super consigliata.
PERCHE' SI : modo di girare molto personale, un gruppetto di personaggi convincenti e non la solita carne da macello, riscrive le regole estetiche dello slasher.
PERCHE' NO : il metaforone della malattia sessualmente trasmissibile è servito con guantoni da boxe, si ha l'impressione che Mitchell non pigi a fondo il pedale dell'acceleratore sull'orrore, finale aperto.
LA SEQUENZA : il cadavere disarticolato della ragazza sulla spiaggia, la fuga dalla battigia
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Proprio quando penso che l'horror ormai è un genere poco capace di rinnovarsi, ti arriva il film che ti fa cambiare parere.
It Follows è il classico film più lealista del re: se volete frammenti del nuovo Carpenter o del nuovo Craven allora rivolgetevi qui.
Un genere dall'intelaiatura consolidata come lo slasher può essere fonte di novità-
Non so se fremere nell'attesa del seguito di It Follows ( che pare sia già in fase di ideazione) oppure essere contento che tutto si fermi qui, vista la qualità media dei sequel.
( VOTO : 8 / 10 )
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