Magazine Diario personale

ITA dal chemmimetto al chemmifrega

Creato il 31 ottobre 2012 da Valeskywalker @valeskywalker
ITA dal chemmimetto al chemmifrega Erano almeno 3 settimane che cercavo il tempo di fare il cambio di stagione dei miei vestiti, una faccenda che richiede circa due ore tra prendere le due scatolone dell'inverno dalla cantina, recuperare l'estivo & premaman residente nell'armadio a muro sotto forma di un tornado passava di qui e scambiare gli addendi (mettendo le cose invernali a modino, cosi' prima di arrivare all'entropia da un tornado passava di qui ci vogliono almeno 20 giorni).
Mentre domavo il tornado estivo e mi ritrovavo a dire: guarda sta maglietta l'ho presa al mercato a Torino dieci anni fa ed e' ancora bella, sto vestito di h&m ha solo due anni e sembra uscito dalla bocca di doberman, certo che la roba che si trova ora non e' piu' indistruttibile come una volta, per fortuna ho i vestiti fatti da Wendy che mi stan bene senza tempo,  mi sono resa conto di aver superato da un po' quella sottile linea che divide l'entusiasmo dello shopping della gioventu', quando tutto nelle vetrine di via Po sembrava ogni mese nuovo e pronto a colmare la sensazione di non aver nulla da mettermi*, dall'acquisto consapevole del fatto che staroba andava gia' di moda cosi' solo leggermente piu' stretta, piu' lunga o piu' larga otto anni fa quando finivo l'universita' e sedici anni fa quando ero al liceo... quando ti accorgi che il tuttolilla, il tuttosenape, il tuttopetrolio, il tuttogrigio l'hai gia' visto, gli abiti bianchi strappati da vergine pazza l'hai gia' visto, le camicie a quadrettoni dei Grunge e poi di Madonna e ora di Chissacchi' che qua non ho Mtv e sono rimasta indietro l'hai gia' visto, si insinua un senso di distacco e, consentitemelo, di machissenefrega e una vena anarchica mi coglie quelle rare volte che ancora  mi capita di sfogliare uno di quei giornali che indicano le 10 borse must have (ma perche' si devono avere? chi l'ha deciso?), l'ennesima revisione del trucco smokey che comunque a me e' sempre riuscito piu' stile panda che stile brigitte bardot, il tacco impossibile da camminarci sopra senza finire a prendere due moment prima delle sei di pomeriggio...
* per poi finire ad avere 6 maglie a maniche lunghe con la zip ed il cappuccio nere, naturalmente tutte diverse, eh
Le prime avvisaglie del rendermi conto che tutta sta faccenda della moda e' una cosa tanto piacevole quanto non necessaria, le ho avute quando all'universita' ho inziato a passare parecchio tempo in montagna: i ragazzi
stranieri che arrivavano per lavorare durante la stagione avevano una sacca di vestiti pesanti e qualche maglietta piu' festaiola per le serate in discoteca e si vestivano da quella sacca da novembre ad aprile.
Tutti conoscevano a memoria gli indumenti degli altri, tanto che ci si riconosceva da lontano perche' la ragazza col cappello verde e la striscia gialla era Hellen e il tizio col maglione rosso e le strisce bianche era Michael. Io stessa ho inziato a vestirmi sempre piu' spesso con le stesse cose: non mi andava di mettere in imbarazzo le altre ragazze col mio ennesimo toppino sparluccico nuovo del sabato sera che pareva solo sottolineare che loro invece avevano sempre lo stesso toppino sparluccico di ogni sabato sera, e tra ragazze, si sa,  queste cose si capiscono con un'occhiata.
Poi sono iniziati i tempi duri, quelli della pratica legale a guadagno zero, quando l'opzione era starmene in casa a guardare le cose nell'armadio oppure andarmene in giro sempre vestita allo stesso modo: bella 'sta maglietta, solo 29.90.Pero' con 29.90 mi compro un ryanair per andare a Charleroi dal Senator.
Uscire di casa in modalita' chemmifrega, anziche' starsene in casa in modalita' chemmimetto
Ho iniziato a valutare tutto in biglietti aerei o di treno, piu' rapidamente ed efficientemente di un euroconveritote: un aperitivo alle Colonne a Milano = un biglietto solo andata regionale Pavia - Torino, un paio di scarpe in saldo = un biglietto a /r Bergamo-Cracovia.
E poi sono andata a vivere piu' stabilmente all'estero, dove da una parte alla maggioranza delle persone non frega niente di come vestirsi, a giudicare dagli accostamenti urendi che si trovano in giro,, e dal'altra alla maggioranza delle persone non frega niente di come sei vestita tu.
Liberi, anzi, libere  tutte.
E certi giorni, come oggi, pensare che comunque
- se anche avessi avuto tempo di lavarmi i capelli, con il freddo umido che c'e' fuori si schifavano lo stesso
e
- che alla paniettera cosa vuoi che gliene freghi dei miei capelli,
rende l'uscire per andare a prendere la baguette, una faccenda assai piu' comoda.
Non penso che finiro' mai in accappatoio dal tabaccaio coi bigodi in testa, come la ragazza che ho visto in una stazione di servizio nel mezzo del Wyoming (era arrivata in trattore, a comprarsi le sigarette),  ma e' lo spirito quel che sono contenta d'aver imparato in questi anni, la sicurezza di non dover affrontare il giudizio estetico di nessuno, il mio compreso.
Ps, Sono passati anni e tuttora quando vedo il prezzo di certi passeggini non posso fare a meno di pensare: ma stiamo scherzando? con quella cifra li' si va a New York!


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