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Itaker – Vietato agli italiani

Creato il 27 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Itaker – Vietato agli italiani

Anno: 2012

Durata: 98′

Nazionalità: Italia/Romania

Genere: Drammatico

Distribuzione Cinecittà Luce

Regia: Toni Trupia

Uscita: 29 Novembre

 

Italianacci, “Itaker” in tedesco, così erano soprannominati i lavoratori italiani che abbandonavano il loro paese in cerca di fortuna al di là delle Alpi. Questo è lo sfondo storico-sociale dell’ultimo film di Toni Trupia, al suo secondo prodotto distribuito nelle sale. Assistente alla regia di Placido per Romanzo Criminale, co-sceneggiatore di Vallanzasca- Gli angeli del male, Trupia, diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, con Itaker si inserisce in modo particolare nel panorama cinematografico nostrano: senza sfruttare quello che ormai è diventato un luogo comune, ossia il precariato giovanile, ma riproponendo la figura dell’immigrato italiano in Germania, spesso dimenticata, il regista siciliano riesce a portare ugualmente l’attenzione del pubblico su un tema delicato.

Siamo nel 1962, Pietro (Tiziano Talarico) un bambino di 9 anni, dopo la morte della madre, è costretto a lasciare la sua casa. Accompagnato da un sedicente amico del padre, Benito Stigliano (Francesco Scianna), il bambino varca il confine con la Germania in cerca del genitore lì per lavoro ormai da diversi anni. Stigliano cerca poi di riallacciare i rapporti con Patanò (Michele Placido), boss italiano della zona, che ha per amante Doina (Monica Birladenau). La situazione si complica quando Benito e Doina si innamorano, scatenando l’ira del boss.

La forza di questo film è nella regia, che mostra tutto attraverso gli occhi di un bambino. Per lo spettatore diventa perciò più facile immedesimarsi nelle emozioni semplici e forti allo stesso tempo, vissute da Pietro, che parte in cerca di un padre che non conosce e quasi odia, e finisce per trovarne un altro strada facendo. Un bellissimo rapporto quello che si instaura fra Stigliano e il bambino, in cui gli interpreti mostrano tutta la loro bravura e il loro impegno, restituendoci una prova attoriale dal sapore neorealista. Molto curata e d’impatto anche l’interpretazione di Michele Placido, ritagliatosi in fase di sceneggiatura un cattivissimo ruolo.

La color correction, tutta sui toni scuri, sembra voler rimarcare la povertà cha accompagnava i migranti italiani negli anni Sessanta. Colpisce anche la ricerca dettagliata svolta dal regista sulle vicende degli “Itaker” e che rende unico questo film.

 

Francesca Tiberi

 


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