The day after: la partita con la Serbia ha un po’ affievolito i nostri animi elettrizzati per le prestazioni della nazionale di basket contro Spagna e Germania, ma è solo l’adrenalina che sta scendendo. Razionalmente siamo ancora tutti sintonizzati con gli azzurri, in attesa di vedere che coniglio estrarranno dal cilindro ora che le partite sono tutte “in or out”.
Prima di trasferirci con l’anima ed il cuore a Lille (chi si trasferisce con corpo e occhi, ha la mia totale invidia) vorremmo stilare una breve pagella delle prestazioni dei nostri “azzurrini”.
GALLINARI: VOTO 9 - È il leader indiscusso della squadra e lo dimostra partita dopo partita.
Primo per punti totali segnati, secondo per media punti, terzo per percentuale dal campo, tra i primi venti per rimbalzi, primo nei falli subito. Le cifre in questo caso non mentono. Ci hanno provato tutti a marcarlo, ma Danilo ha troppo ball handling e rapidità di piedi per essere contenuto da uno della sua stessa taglia e troppi centimetri per essere contenuto da uno più rapido di lui.
Contro la Turchia si è letteralmente caricato la squadra sulle spalle, dopo aver silenziosamente osservato che nessun compagno poteva in quel momento accendere la scintilla all’Italia. Ci ha provato ed in parte è riuscito nel suo compito. Le restanti prestazioni, poi, non hanno bisogno di commento.
BELINELLI: VOTO 8 - Forse se uno qualsiasi di noi venisse svegliato nel cuore della notte, avrebbe una faccia comunque più sveglia di quella del nostro Marco. Dietro due occhi perennemente da post-serata si nasconde però un talento (beh..del talento si sapeva da 15 anni almeno), una faccia tosta ed una cazzimma che fino a qualche anno fa si era intravista solo a sprazzi.
Il Belinelli di oggi è quel giocatore che più di tutti ti fa saltare sulla sedia durante una partita e che fortunatamente non ti fa più venire voglia di spaccare il televisore per le sue scelte scellerate di cui invece andava matto qualche tempo fa.
GENTILE: VOTO 8 - Il più utilizzato dal “pomata” Pianigiani, il buon Alessandro risulta quanto mai fondamentale nel sistema Italia.
Roccioso in una difesa italiana non sempre serratissima ed in grado di scardinare le difese altrui con delle perentorie penetrazioni in cui i suoi chili in movimento fanno davverola differenza.
Da sottolineare come dietro ad una faccia antipatica e spesso presuntuosa, si nasconda invece un giocatore di grande personalità, ma umile nel comprendere le necessità della squadra.
ARADORI: VOTO 7,5 - Partito in sordina contro la Turchia in cui è stato un po’ dimenticato in panchina dal Coach, Pietrone ha saputo rifarsi alla grande nelle partite successive.
Come i calabroni che hanno un fisico inadatto al volo, Pietro ha un fisico che forse preferirebbe chiedere cambio ad ogni azione difensiva, per poi rientrare in quella d’attacco. Nonostante ciò ha tirato fuori gli artigli, abbassato il culo e provato a tenere tutti gli avversari che aveva di fronte, folletto Schroder compreso.
Alle sue bombe da tre o alle penetrazioni lente usando il corpo per crearsi lo spazio per l’appoggio eravamo abituati, per cui l’azione più bella del girone è a parer nostro il rimbalzo offensivo sull’ottanta pari all’overtime con la Germania.
Simbolo del cuore immenso del nostro calabrone bresciano.
CINCIARINI: VOTO 7 - Il buon Cincia sta facendo degli Europei molto silenziosi, ma non per questo non importanti. Fare il playmaker in una squadra in cui le isolazioni, gli 1vs1 ed il talento offensivo idividuale dei 3 NBA sono i temi principali, non è facile.
O meglio, è diverso che farlo nella sua vecchia Reggio Emilia.
Meno palloni in mano, meno responsabilità offensive, meno contropiedi da guidare, ma il Cincia si è sempre fatto trovare pronto nel momento del bisogno.
BARGNANI: VOTO 6,5 - Su Bargnani probabilmente si potrebbe scrivere un trattato di psicologia.
Con la Turchia ha provocato l’orticaria ad almeno 30 milioni di italiani. Agghiacciante in difesa, sempre in ritardo sugli aiuti, è cascato sui blocchi ciechi come un complottista casca alla bufale del web. Una tragedia insomma.
Pian piano Andrea è tornato ad essere qualcosa di più simile al giocatore che si era guadagnato il soprannome de “il mago”. Da qui in poi però avremo bisogno della versione brillante di Treviso e non del floscio specialista tiratore che si vede in NBA da un paio d’anni a questa parte.
CUSIN: VOTO 6,5 - La stoppata su Sergio Rodriguez vale da sola la sufficienza. Il mezzo punto in più è per la generosità che il Cuso mette in campo ogni volta che Bargnani rifiata in panchina.
Tre, a volte quattro blocchi ad azione per i compagni, rimbalzi, aiuti difensivi e stoppate.
Pochi palloni per lui, praticamente nessuno, ma il Cuso ha il pregio di conoscere il suo ruolo nella squadra e di interpretarlo con la giusta umiltà.
MELLI - DELLA VALLE - POLONARA: VOTO 6 (E NON SOLO DI STIMA) - Gregari di qualità e di talento. Pochi minuti a disposizione, ma nessuno di loro è mai parso un bambino sperso e intimorito in mezzo ai grandi.
La nostra fiche la puntiamo su Amedeo. Secondo noi una bombetta importante prima della fine dell’Europeo ce la mette.
HACKETT: VOTO 4,5 - Danielino dove sei? Cosa ti succede?
Difficile darsi una spiegazione per l’involuzione di Daniel Hackett rispetto al giocatore visto nei club italiani negli ultimi anni. La fisicità di un Europeo dovrebbe essere minore di quella dell’Eurolega, il che dovrebbe favorire la taglia big del play italo-americano e di conseguenza la sua abilità in post-basso.
Ciò evidentemente però non basta. Daniel non guarda più il canestro, non sfrutta più i miss-match in post, non si carica più la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà come ha spesso fatto con Siena e Milano.
Perde palloni, è distratto in difesa, sfiduciato in qualsiasi cosa. Speravamo che la partita con la Serbia, abbastanza ininfluente negli ultimi 20 minuti, servisse almeno per fargli riprendere un po’ di fiducia. Non è stato così.
COACH PIANIGIANI: VOTO 6,5 - È difficile valutare l’operato del Coach. Una squadra così ricca di talento è un’arma a doppio taglio. Può diventare una corazzata o può diventare un collage di stelle viziate che remano per conto proprio.
Abbiamo visto entrambe le facce di questa Italia, anche se quella positiva ha prevalso. Da qui il 6,5.
Per fare il salto di qualità serve forse però un attacco meno dipendente dal talento dei singoli e un sistema difensivo che sappia veramente collassare l’area nel momento del bisogno.
Le prossime partite definiranno meglio i suoi pregi (si spera) o i suoi difetti.
Nell’attesa rigodiamoci il suo storico time-out (il tutto ovviamente con molta DIGNITAHHHH!!!).
Menzione d’onore a due momenti commoventi di questi gironi dell’Europeo:
- l’addio di WunderDirk alla nazionale tedesca
- il saluto dei tifosi islandesi ai loro giocatori eliminati dopo 5 sconfitte su 5, ma dimostratasi una squadra davvero ostica
Ci vediamo a Lille!
Luca Murta
@LucaMurta