Creatività! Ne abbiamo tantissima! Li guardate bene i nostri bambini? E li ascoltate i giovani laureati e imprenditori italiani? Quelli che portano all'estero le idee fighissime perché qui nessuno li ascolta... Porta a Porta, durante la settimana: ascolto qualche minuto e poi giro. Ex tipografo cinquantenne dorme in auto perché ha perso il lavoro. A parte che mi fa ridere questo pensiero assai sbalordito... (conoscevo famiglie in auto in tempi non sospetti, quindici anni fa)... mi cadono le braccia sentendo parlare di "sussidio"... a cinquant'anni? E questa è la modernizzazione?
Nella via dove abita mia mamma poco meno di un anno fa, se non sbaglio, hanno chiuso un bar per strani traffici. Venerdì Ciotti ha inaugurato il nuovo bar: Bar Italia Libera. Siamo capaci di questo... e di molto altro! Questo fermento e questo tipo di competenze interessa molti; molti piccoli che stanno alla base della piramide. E se la base vacilla, non dovrebbe vacillare anche la punta? Non sembra...
Vi lascio alcune righe (da Report) e una foto: buca delle lettere con 5 bollettini da pagare, in un giorno qualunque ... io, di queste buste, ne vado fiera...
BELLI DA MORIRE Di Stefania Rimini STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO L’Italia è la meta più desiderata dal mondo: siamo il paese più “cliccato” su Google dopo gli Stati Uniti e la Cina. Dal turismo possono arrivare 500.000 nuovi posti di lavoro da qui al 2020, secondo il piano strategico commissionato dall’ex ministro del turismo Piero Gnudi. Se facessimo le mosse giuste, ci potremmo portare a casa 30 miliardi di euro.
E non c’è solo il potenziale dell’industria turistica, che finora dà lavoro a 1 su 10, ci
sono anche le industrie culturali e creative. Sono quelle che ruotano intorno al patrimonio storico, artistico e architettonico, producono una ricchezza di 76 miliardi e danno lavoro a un milione e quattrocentomila persone. Ma se contiamo anche l’artigianato, il design e il made in Italy, l’economia della cultura vale il 15% della nostra ricchezza e dà lavoro quasi a 1 italiano su 5. E allora, per uscire da questa crisi, perché non puntare su quello che solo noi abbiamo? MILENA GABANELLI IN STUDIO Le tipologie di turismo catalogate nel mondo sono 160, noi siamo in grado di offrirne 100. Dal turismo legato al nostro patrimonio culturale dove siamo unici nel mondo a quello enogastronomico, dai monti, i mari, laghi, fiumi, rurale, qualunque cosa, è un settore strategico, in crescita, quindi può dare lavoro ad un sacco di gente, perché i turisti vengono da tutto il mondo, bisognerebbe saperlo vedere ed organizzare. Tutti continuano a dirlo, ma fino adesso cosa è stato messo? chi è stato messo a presidiare la nostra principale risorsa? un ministro senza portafoglio, che al massimo ha portato i cani in spiaggia e allora cosa si può fare per non diventare un paese bello da morire. (...) MILENA GABANELLI IN STUDIO Se nonostante le ricchezze che abbiamo non vengono abbastanza turisti possiamo ringraziare, con le dovute eccezioni, enti locali e ministero. È tutto un sistema che pensa in modo vecchio. Ora in tutto il mondo, dove c’è una risorsa primaria, c’è un ministro di peso, noi non ci ricordiamo neanche chi ci è mai stato nel senso che è come se non esistessero. Adesso il governo Letta ha fatto una bella cosa: ha messo insieme i beni culturali col turismo e il nuovo ministro è Massimo Bray, sarà uno capace? Quello che sappiamo è che lui proviene, ha lavorato alla Treccani, è direttore della rivista Italianieuropei e la sua esperienza specifica nel settore proviene dall’organizzazione della notte della taranta. Allora, intanto per cominciare a dimostrare le sue capacità potrebbe per esempio mettere subito mano a questa questione: da una parte ci sono le aree naturali protette e dove non ci si può fare niente e il paesaggio non curato scompare, dall’altra ci sono casi in cui rovinando il paesaggio ti danno pure dei soldi. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Nel centro storico di Urbino, la città dov’è nato il Rinascimento, le botteghe di artigianato artistico sono state rimpiazzate dalle paninoteche per studenti, è la delusione di chi come lo scrittore inglese David Selbourne si era trasferito a vivere in questa città. DAVID SELBOURNE – SCRITTORE Quando siamo arrivati per la prima volta era un paradiso, forse questa è la nostalgia di un vecchio. Penso di no, ci sono zone della città tristemente abbandonate. Quando i giovani fanno i propri bisogni nei vicoli della città è una “shame”, una vergogna, si può avere fiumi di birra in Urbino, ma non c’è un calzolaio. Questo significa una mancanza dello spirito civico. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO E poi sulle colline il paesaggio di Raffaello è oggi chiazzato dagli impianti fotovoltaici. ROBERTO PODGORNIK – AGRICOLTORE E ad un certo punto l’anno scorso in pochissimo tempo, nel tempo di un mese, perché scadevano le autorizzazioni o scadevano insomma i tempi, hanno costruito quell’impianto fotovoltaico a terra fatto su terreno della comunità montana ed ecco che di tutto questo bel quadro noi ci ritroveremo per i prossimi vent’anni quel, quell’obbrobrio che si poteva benissimo farlo diciamo frazionato su tutte le fabbriche o comunque su tutte le industrie, su tutto ciò che è già cementificato lungo le due valli del Foglia e del Metauro. Quindi è rovinato questo splendido paesaggio. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Come nelle Marche così anche in Toscana il paesaggio si è fotovoltaicizzato dall’oggi al domani. A Suvereto questo signore si è ritrovato una centrale proprio di fronte alla sua casa delle vacanze. STEFANO VOLPI Sì, sì, è qui da vedere, fino all’anno prima c’erano i girasoli, ripeto, e adesso guardate cosa c’è. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La legge regionale che lo consentiva limitava la potenza a 200kw per impianto. STEFANO VOLPI La potenza totale di questo impianto sono circa 600 kw. Hanno creato 3 aziende e ogni azienda ha fatto 200 kw, 199 per l’esattezza, e sono stati messi vicino. Chiaramente è stata elusa la regola, però in realtà un impianto così da quanto mi risulta dovrebbe stare a 200 metri dall’abitazione. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Ora la vista di cui si gode è questa e tutto per una questione di soldi. (...)MILENA GABANELLI IN STUDIO Cosa vediamo adesso: un patrimonio pubblico, inutilizzato, di pregio e dei giovani in cerca di lavoro con delle idee per cavarci fuori un reddito. Cosa fa l’amministrazione lungimirante, e c’è, dice “prego”, accomodatevi, un opportunità per voi e anche per me perché così l’immobile non si degrada. Normalmente però, da a Catania a Milano per chi ha spirito d’iniziativa l’ostacolo è sempre lo stesso. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Quando si fanno avanti dei giovani con un progetto per aprire un’attività in uno dei tanti palazzi storici in disuso, cosa fa la Pubblica Amministrazione? Li rimpalla. ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Questo era l’ex carcere borbonico. È veramente grande e si estende per una superficie di 16mila metri quadri che non è poco, al centro di Catania…. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Questa ragazza ha studiato gestione dei beni culturali all’estero. É tornata in Sicilia per realizzare il primo museo internazionale contro la mafia; ha lo studio di fattibilità e ha già trovato i finanziatori. ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Tutt’oggi loro aspettano chiaramente di poter spendere questi soldi una volta che noi dichiariamo quale è la struttura. Dare posti di lavoro, incrementare, crescere per portare guadagni e guadagnare e investire. PACO SANNINO Perché un posto così avrebbe portato comunque posti di lavoro fissi, stabili? ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Assolutamente sì almeno 50 posti di lavoro a professionisti. PACO SANNINO Eh, son tanti al giorno d’oggi! ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Sono tanti! PACO SANNINO E la risposta qual è stata? ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Andatevene. PACO SANNINO Così? Secco? ROSANGELA ARCIDIACONO – ESPERTA GESTIONE BENI CULTURALI Si diciamo è stata… “qua dentro volete tutti questa struttura e qua dentro ci andranno gli uffici della sovraintendenza e quindi non dobbiamo parlare di niente”. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Invece di incassare l’affitto dai privati che l’avrebbero anche ristrutturato, la Regione ha preferito insediare in questo palazzo gli uffici della soprintendenza e per metterci il cappello sopra, ha messo su in fretta e furia una mostra. PACO SANNINO Quanti visitatori vengono? FRANCESCO PRIVITERA – DIR. MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI CATANIA Non ne sono arrivati in quantità moltissima per questa mostra; l’anno scorso… però consideri che, ripeto, è stato aperto solo per alcuni mesi nel 2012. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Anche a Palermo ci sono 20 mila mq di spazio pubblico che sta andando in malora: i 43 capannoni dei “Cantieri culturali alla Zisa”. PASQUALE MAGGIORE – ASSOCIAZIONE NOMOS Guardate, anche lì; una pena, una pena! Anche questo è tutto vuoto! Lo “Spazio 0” che è uno spazio storico, le prime giunte Lombardo lo avevano valorizzato molto. Era uno spazio dove si facevano delle performance teatrali, musicali molto belle, molto interessanti. Adesso deve essere rimesso in moto. Questo, vedete, il soffitto era stato ripristinato, è rimarcito. É una serie di capannoni tutti messi alla stessa maniera: in qualche modo ripristinati e poi fatti rimarcire dalla vecchia giunta Cammarata. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Questi capannoni abbandonati, loro li vorrebbero far diventare un centro internazionale di arte culturale del Mediterraneo. Farebbero lavorare 86 imprese che hanno prodotti artistici già pronti per 950mila euro. Gli investitori ci sarebbero e il Comune si toglierebbe dall’impaccio di gestire un bene e mantenerlo, ma non si riesce mai a ragionare di numeri. PASQUALE MAGGIORE– ASSOCIAZIONE NOMOS Prime lettere interlocutorie a giugno 2010, il livello regionale non ci ha neanche risposto, non ci ha mai risposto, il livello provinciale idem, il livello comunale ci harisposto per la prima volta qui a Palermo e però da luglio a dicembre non c’è stata più nessuna interlocuzione. PACO SANNINO Che c’è il rischio anche di perdere il finanziatore, no? PASQUALE MAGGIORE– ASSOCIAZIONE NOMOS Assolutamente sì, perché si perde in credibilità! Cioè: se io vado a parlare con una fondazione bancaria di questo progetto, io perdo di credibilità se poi ci ritorno dopo tre anni o dopo due anni… ma anche dopo un anno! STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO É perché la logica in Italia è ancora quella del feudo: c’è un patrimonio vuoto che va crollando e le amministrazioni non hanno idea di quello che vogliono farci, ma non permettono alle imprese di lavorarci dentro. É chiaro che se poi non si hanno i soldi per mantenere questo patrimonio, tocca venderlo. Ma il caso di Ferrara dimostra che non deve per forza andare così.
STEFANIA RIMINI Cosa sono queste?
FABRIZIO CASETTI – ASSOCIAZIONE GRISÙ
Qui era ospitata una collezione di macchine da proiezione di tutti i cinema di campagna e quindi queste sono tutte le pellicole recuperate dai cinema abbandonati.
STEFANIA RIMINI
Ma ci fate qualcosa?
FABRIZIO CASETTI – ASSOCIAZIONE GRISÙ
E sì, eh?
STEFANIA RIMINI
Cosa ci fate?
FABRIZIO CASETTI – ASSOCIAZIONE GRISÙ
Ah, qui siamo pieni di creativi e quindi questo qua sarà materia prima… noi vedremo di recuperare tutto il possibile.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
L’ex caserma dei vigili del fuoco di proprietà della Provincia di Ferrara era invasa da 10 anni di abbandono e l’ente aveva provato a venderla all’asta.
MARCELLA ZAPPATERRA - PRESIDENTE PROVINCIA DI FERRARA
La base d’asta era di 6 milioni, ma era la base d’asta!
STEFANIA RIMINI
Non si è presentato nessuno?
MARCELLA ZAPPATERRA - PRESIDENTE PROVINCIA DI FERRARA
Non si è presentato nessuno a quella cifra.
STEFANIA RIMINI
Quindi non la vendete più, in pratica?
MARCELLA ZAPPATERRA - PRESIDENTE PROVINCIA DI FERRARA
Francamente ad oggi abbiamo cessato di fare tentativi di vendita, abbiamo con loro fatto un contratto di comodato gratuito.
(...)
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Da Ferrara a Milano, si vede che la Pubblica Amministrazione fa la differenza per una piccola impresa che o parte o chiude. Questi due giovani avevano creato un servizio per portare in giro i turisti con degli itinerari prestabiliti e un autista, sulle macchinine che si usano sui campi da golf e che ora sono qui ad ammuffire da 2 anni.
FRANCESCO FREDDI – IMPRENDITORE
Abbiamo per esempio un Leonardo e un Chiese tour, che compre le chiese principali, e le tappe principali di Leonardo Da Vinci. Nonché, per esempio, un’altro fashion tour…
STEFANIA RIMINI
Avevate già contattato anche gli alberghi? Preso accordi?
FRANCESCO FREDDI – IMPRENDITORE
Avevamo contattato tutti i principali alberghi di Milano, quelli soprattutto a 5-6 stelle, insomma, diciamo, per dire…
STEFANIA RIMINI
Che erano interessati?
FRANCESCO FREDDI – IMPRENDITORE
Che erano molto interessati perché era un servizio nuovo, innovativo, diverso e soprattutto ecologico.
STEFANIA RIMINI
E che nelle altre città si fa…
FRANCESCO FREDDI – IMPRENDITORE
E che nelle altre città si fa, tranne Milano. MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Ci hanno fermato in modo plateale davanti al castello, al castello Sforzesco. Erano in sette agenti, due macchine civetta e una moto, hanno sgommato davanti alla macchinina, si sono fermati e hanno incominciato a controllare la macchina.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il problema è che in Italia non si riesce a fare niente se non hai una licenza, per qualsiasi cosa.
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
I tassisti ci hanno guardato subito male e hanno subito pensato che noi fossimo una
concorrenza sleale nei loro confronti.
STEFANIA RIMINI
Solo che voi stavate facendo tutta un’altra cosa…
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Noi stavamo un’altra cosa. Esiste un altro albo, che è l’albo delle guide turistiche, noi abbiamo trovato il sistema di poter lavorare, facendo speakerare una guida turistica. Quindi…
STEFANIA RIMINI
C’era un messaggio registrato di una guida turistica…
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Di una guida turistica che spiegava i vari monumenti della città.
STEFANIA RIMINI
Però, le guide turistiche vi hanno guardato male?
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Anche loro ci hanno guardato male, anche loro è un albo che volevano proteggersi a tutti i costi.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
E tra acquistare i veicoli e tenerli parcheggiati, alla fine ci hanno rimesso anche 30mila euro di tasca loro.
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Non so se tecnicamente si dice causa, però ci siamo dovuti andare dal giudice…
STEFANIA RIMINI
Com’è è finita?
MARCO TARANTOLA – IMPRENDITORE
Siamo riusciti a vincere, a vincere contro il comune di Milano ci ha risarcito una somma irrisoria, di 90 euro. Questi 90 euro non siamo ancora riusciti ad incassarli perché ha intestato a due società lo stesso assegno. E non possiamo neanche recuperarli. È una beffa, però è così.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Intanto hanno dovuto licenziare 4 persone, e sono altri posti di lavoro persi.Quindi abbiamo il patrimonio, abbiamo le piccole imprese che ci vorrebbero lavorare, ma l’amministrazione è sorda, anche a Roma.
MAURO MARENZI – GEOMONDO
Sono partiti, hanno preso l’aereo, sono andati a chiamare Google, l’hanno portato in
Italia per svolgere esattamente il lavoro che noi da tempo svolgevamo sul nostro
territorio.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Come Google street view, anche quest’azienda di Bergamo sa fare la digitalizzazione dei monumenti. Ma invece di guardare in casa propria, il ministero dei Beni Culturali è andato a cercare Google, che ne è stato ben contento.
CARLO D’ASARO BIONDO – AMMINISTRATORE DELEGATO GOOGLE SUD EST
EUROPA
Il marchio Italia e il marchio “made in Italy”, è un marchio molto forte, secondo noi, come stima di ricerca, è il secondo marchio mondiale dopo Coca Cola.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Anche l’azienda italiana aveva offerto al Ministero un progetto di digitalizzazione del
Colosseo.
MAURO MARENZI – GEOMONDO
Peccato che questo progetto è rimasto nei cassetti per ben 8 mesi. In pratica, il giorno dopo che Google era già all’interno del Colosseo, il nostro progetto è finalmente uscito dagli uffici del ministero dei Beni Culturali ed è finito tra le mani della sovrintendente.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Il risultato è che la sua impresa che paga le tasse in Italia ha dovuto licenziare 10 dipendenti e ora ha solo qualche collaboratore esterno. Mentre Google, che paga le tasse all’estero, incassa dalle pubblicità che compaiono a lato degli Uffizi virtuali, che il Ministero gli ha “virtualmente” regalato. Il patrimonio è l’unica risorsa vera per creare occupazione al Sud. I fondi non mancano: l’Unione Europea due anni fa, aveva destinato alla Sicilia 48 milioni. Dovevano servire a creare 240 nuove imprese intorno ai beni culturali, assegnando 200mila euro a ognuna. Che fine hanno fatto?
SERGIO GELARDI – DIRETTORE BENI CULTURALI REGIONE SICILIA
Attualmente mi è arrivata una proposta di finanziamento per alcune parrocchie nel catanese e sto appunto verificando in questi complessi bandi, in queste complesse procedure, se questi progetti e questi soggetti e quindi le parrocchie, sono appunto abilitati a richiederli o se invece il diritto doveva aspettare a imprese che appunto sostengono sotto i livelli di investimento e di occupazione dei progetti di valorizzazione dei beni culturali.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Eppure c’è chi ci prova seriamente e rischia in proprio, come il capitano Ignazio Billera, che dopo 38 anni di lavoro in mare, è tornato a San Vito lo Capo con un progetto.
IGNAZIO BILLERA – TRAPANI EVENTI
Quattro anni fa decido di portare in Sicilia il festival internazionale degli aquiloni. È qualcosa che avevo visto anche in giro per il mondo, e appunto avendo noi qui il vento e il mare, le spiagge meravigliose, tutti gli ingredienti necessari… A questo punto,come primo anno, io inizio a fare proprio l’imprenditore. Cioè so bene che devo sostenere delle spese. E poi confidavo sinceramente anche in un aiuto istituzionale, visto il beneficio, la ricaduta che tutto questo ha avuto sul territorio.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
La ricaduta è stata di 80-100mila visitatori e alberghi e ristoranti pieni a maggio, un mese in cui la spiaggia di solito è vuota. Solo che far venire gli aquilonisti da tutto il mondo non costa poco.
IGNAZIO BILLERA – TRAPANI EVENTI
Siamo intorno ai 200mila euro di primo costo.
PACO SANNINO
Cioè ce li ha rimessi lei?
IGNAZIO BILLERA – TRAPANI EVENTI
Sì, diciamo che siamo stati costretti in famiglia, nel corso di questi anni anche a vendere proprio un appartamento perché io ho pagato sempre tutti.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Allora un progetto che porta turisti alla fine non ha contributi sufficienti mentre si trovano 1000 euro per le guide scout, 5 mila per la banda musicale, 3 mila per l’Unione cacciatori, 5 mila per il Comitato festeggiamenti Maria santissima della Confusione. Ma qual è il criterio con cui vengono erogati questi fondi?
NICOLA AUGUGLIARO – EX ASSESSORE SPETTACOLO COMUNE DI VALDERICE
Per tutti i politici, il vero, grande problema ed obbiettivo è la loro prossima campagna elettorale. E diventa molto più semplice in questo senso, foraggiare una sagra di paese che in qualche modo ti darà lustro e visibilità nell’ambito di 5 o 10 mila persone.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Ma a forza di buttare i soldi, è andata a finire che quest’anno per promuovere il turismo non c’è rimasto un euro.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ecco a furia di spendere soldi a caso adesso la Commissione Europea ha proposto di “non finanziare più gli eventi in Italia per lo scarso valore aggiunto”. Questi sono i risultati, quando i centri decisionali con competenza sul patrimonio sono in tanti, tutti si tengono stretta la loro fetta di potere e non riescono a mettersi d’accordo su come spendere bene i soldi che hanno. Al sud erano stati destinati, sono stati destinati 6 miliardi di fondi strutturali, sono riusciti ad impiegare solo 33 milioni. Per dire, nelle città di mezzo mondo si portano in giro i turisti sulle macchinine elettriche, a Milano no. Invece per quel che riguarda i grandi gioielli, quelli per i quali non servono le idee perché si vendono da soli, come i grandi musei, qui i privati ci sono. Secondo l’Antitrust sono sempre gli stessi a spartirsi in maniera opaca un grandissimo mercato.
STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
All’ultimo piano di questo palazzo a piazza Venezia ha sede una delle più importanti entità private che operano nel campo dei beni culturali. Si chiama Civita e ha in mano i servizi di qualcosa come 76 siti, da Pompei agli Uffizi alla Reggia di Caserta. Il presidente onorario di Civita è l’ex sottosegretario Gianni Letta, vicepresidente è il senatore del Pdl Bernabò Bocca, mentre il presidente di Civita Servizi è Luigi Abete, l’ex capo della Confindustria. Ma con tutto quello che ha da fare Gianni Letta, è normale che uno come lui che rappresenta lo Stato faccia parte di una società privata che domina il mercato della gestione dei beni culturali pubblici?
STEFANIA RIMINI
E’ normale che sia dentro una società privata che poi dopo lavora all’interno dei beni pubblici?
ALBERTO ROSSETTI – DIRETTORE CIVITA SERVIZI
Gianni Letta è il presidente onorario dell’associazione che ha uno statuto di un soggetto no profit a cui aderiscono circa 160-170 tra imprese, fondazioni…
STEFANIA RIMINI
Quindi non conta che ci sia Gianni Letta insomma? Non vi favorisce in niente?
ALBERTO ROSSETTI – DIRETTORE CIVITA SERVIZI
No, ci… anzi siamo sempre molto felici che, nonostante i suoi impegni, dedichi tempo, spazio all’attività dell’associazione.
(...)