Italia, allarme crisi: oltre la metà degli anziani arriva malnutrito in ospedale

Creato il 15 maggio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Anziani malnutriti: un’emergenza italiana in tempi di crisi. A lanciare l’allarme sono gli esperti del Policlinico San Matteo di Pavia, sulla base dei dati raccolti su 667 pazienti over 65 seguiti dal 2009 al 2012 dal Servizio di dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale. Oltre il 33% risulta ad alto rischio e il 58% presenta caratteristiche di malnutrizione all’ingresso in ospedale.

(assitreviso.it)

“Un dato molto preoccupante soprattutto per le conseguenze negative che la malnutrizione comporta”, avverte Riccardo Caccialanza, responsabile del Servizio e segretario nazionale della Sinpe (Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo): la durata del ricovero arriva a raddoppiare, aumenta il rischio di complicanze e di morte, si riduce la risposta alle cure, la riabilitazione è più lenta e difficile, si moltiplica la probabilità di tornare in ospedale.

A volte, spiegano gli specialisti, il problema può essere legato a malattie neurologiche, infettive e oncologiche, che comportano perdita dell’appetito, difficoltà a deglutire e scarso assorbimento intestinale. Sempre più spesso, però, il motivo all’origine è economico: secondo gli ultimi dati disponibili (2011) il 55% degli anziani italiani ha un reddito mensile inferiore ai mille euro, e di questi uno su 4 non arriva ai 500.

“La crisi – riflettono gli esperti – colpisce soprattutto chi vive con una pensione minima” e davanti agli scaffali del supermercato ‘tira la cinghia’ sugli alimenti più costosi. Dal 2003 al 2010, infatti, quella per gli alimenti è l’unica voce di spesa mensile che si è ridotta nella vita degli anziani (-1,7%). Carne e pesce si mangiano poco”, ma “ciò significa diminuire le proteine fondamentali per la salute dei muscoli e delle ossa. L’alimentazione più equilibrata è quella variata soprattutto nei meno giovani – raccomandano i medici – ed è molto difficile rimpiazzare le fonti proteiche con cereali e legumi”, che fra l’altro “possono incidere sulla salute intestinale dell’anziano”.

I numeri del problema sono allarmanti, insistono gli specialisti dell’Irccs pavese, specie considerando che l’Italia ha la percentuale di over 80 più alta d’Europa (il 5,8% della popolazione secondo il censimento 2011), e che gli over 65 sono passati dal 19% al 21,1% dal 2003 al 2013 (dati Istat). Inoltre, stando al V Rapporto nazionale Filo d’Argento dell’Auser, il 30% degli ultra 65enni italiani vive solo. Il record spetta alle donne (37,5% contro il 14,5% degli uomini) e in 5 regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Liguria e Sicilia) la quota di anziane ‘single’ supera il 40%. La solitudine si fa sentire soprattutto nelle grandi città del Nord, dove la disgregazione delle reti parentali e amicali produce effetti più evidenti.

Per prevenire la malnutrizione, conclude Caccialanza, serve “una maggiore collaborazione tra specialisti e medici di famiglia”: questi ultimi devono “pesare gli anziani, monitorarne l’andamento ponderale nel tempo, valutare a ogni visita se ci sono segni iniziali di alimentazione difficoltosa. Chi può farlo è solo il medico di famiglia, che quando è necessario deve inviare il paziente tempestivamente agli specialisti”.

(adnkronos.it)


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