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L’Italia è strutturalmente indietro anche sulla banda larga. È quanto emerge dall’allarmato rapporto della tavola rotonda “Senza rete non si fa rete”, organizzata da Cia, Agia e Cittadinanzattiva. Le tre associazioni lanciano l’allarme sul ritardo delle riforme strutturali per un pieno e uniforme accesso alla banda larga e identificano alcune deficienze caratteristiche, prime fra tutte il divario fra zone urbane e campagna e il divario fra Nord e Sud. Il settore agricolo soffre per la maggior parte di questa carenza strutturale: le aziende informatizzate del settore sono circa 61mila (il 3,8 per cento del totale), ma con una distribuzine territoriale decisamente iniqua. La quota raggiunge i massimi nel Nord-Ovest (10,9 per cento) e nel Nord-Est (8,1 per cento), mentre tocca valori minimi nelle Isole (2 per cento) e nel Sud (1,3 per cento). La tavola rotonda aggiunge anche che ”il grave ritardo accumulato dal governo nell’adozione dei provvedimenti attuativi per l’ implementazione dell’Agenda digitale nazionale porta con sé effetti negativi anche sulla semplificazione amministrativa. “Oggi la burocrazia, ricordano Cia, Agia e Cittadinanzattiva, “soltanto all’agricoltura costa oltre 4 miliardi l’anno”. La banda larga continua quindi ad essere quasi un miraggio, per l’Italia, come un po’ tutte le riforme strutturali.





