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Macchie solari è la seconda ( e ultima ) escursione di Armando Crispino nel genere del giallo / horror / thriller all'italiana dopo il meritorio L'etrusco uccide ancora ( prossimamente su questi schermi) che gli aveva fatto meritare una discreta fama internazionale e che aveva anticipato alcuni dei temi estetici poi ritrovati in Profondo Rosso di Dario Argento.
Quindi sarebbe frettoloso catalogare Crispino come un semplice emulatore che si è messo nella scia del cinema di Argento.
Anche Macchie solari ha le stigmate del film che non è semplicemente derivativo , ma un qualcosa che cerca di andare oltre e fa estremo piacere che in tema di revival di un certo periodo del nostro cinema, anche questi due film siano stati rivalutati adeguatamente.
Parte come un horror in cui sequenze ad alto tasso adrenalinico accolgono e sorprendono uno spettatore che forse si aspettava altro e poi si mette nel ben più confortevole alveo del giallo all'italiana in cui quello che più conta non è tanto la storia ( che in fin dei conti non è così brillante ed originale, impossibile da raccontare altrimenti si spoilera selvaggiamente) ma l'atmosfera che viene creata in una Roma torrida e assolata flagellata da morti sospette che avvengono tutte alla luce del sole, anzi viene scardinata la suspense che potrebbe essere creata con l'uso del buio e delle ombre in favore di qualcosa di diverso.
Si crea un parallelismo tra i brillamenti solari ( quelli che si vedono nelle varie sequenze che accompagnano i decessi non sono macchie solari) e le morti, si vuol portare lo spettatore a credere alla teoria che le attività solari condizionino la vita degli uomini sulla Terra, teoria fascinosa , esoterica ma mai dimostrata compiutamente, almeno a quanto ho letto io.
Macchie solari non è un film perfetto ma piace , ha un fascino malsano, si nota a tratti la volontà di compiacere il grosso pubblico semplificando al massimo l'intrigo e mostrando generosamente( molto generosamente) le grazie di una Mimsy Farmer ormai abbonata a un certo tipo di personaggi border line, o pazze o sul limite di esserlo.
Però si vede che a Crispino sembra interessare altro, anche la soluzione del giallo è quasi buttata là con noncuranza, si ha la sensazione che quasi l'anima gialla di questo film venga maltrattata nonostante la soluzione venga svelata solo alla fine e abbia la più classica delle strutture whodunit.
E non è neanche una sorpresa.
Il film ha avuto una discreta risonanza internazionale circolando col titolo di Autopsy, calcando quindi sull'anima horror manifestata soprattutto all'inizio e in tutte le scene riguardanti l'obitorio ( guardare anche le varie fotografie della dottoressa e del suo amico fotografo che hanno tutta l'aria di essere vere e che ritraggano veri casi anatomopatologici , ben prima delle copertine degli album dei Carcass) .
Musiche di Morricone, minimali e stranianti e memorabile la scena della cicciona nuda che se ne va in giro per l'obitorio nonostante abbia i segni di 16 coltellate addosso.
Ecco, anche sotto il profilo del mostrare corpi nudi, Armando Crispino non si fa alcun problema...anzi.
( VOTO : 6,5 / 10 )
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