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Italia-Australia, un’impresa possibile per gli azzurri?

Creato il 23 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

La costanza di rendimento non è sicuramente un componente del DNA dell’Italrugby, spesso alle prese con prestazioni altalenanti che ne hanno limitato la definitiva crescita. Tante le prove del ’9′ fallite col passare degli anni, troppe. Serve una decisa svolta per arrivare sempre più in alto e per farlo bisogna vincere anche match apparentemente impossibili, dal sapore dell’impresa. Domani l’occasione sembra davvero irrinunciabile per provarci, perché l’Australia che si presenta all’Artemio Franchi di Firenze ha tutta l’aria di non essere irresistibile.

Azzardiamo: l’Italia vista contro gli All Blacks può vincere contro questi Wallabies. Non ci sembra di osare troppo, alla luce delle palesi difficoltà riscontrate dai Campioni del Mondo all’Olimpico, per almeno 65′. E l’Australia di quest’anno non è la Nuova Zelanda. Appena il 50% di vittorie nel 2012, anche se l’ultimo test match li ha visti trionfare a Twickenham. L’intero gruppo, però, non vive un momento di piena serenità, anche a causa delle pressioni sul coach Robbie Deans, che molti vorrebbero vedere sollevato dall’incarico.

La squadra di Brunel dovrà cercare di approfittare del momento non propriamente positivo degli Aussie, il francese lo sa e per farlo è necessario “confermarci sui livelli dimostrati nel primo tempo con i neozelandesi e fare ancora meglio dal punto di vista della tenuta” La tenuta, ecco. Il problema maggiore per il ct francese sarà proprio mantenere elevata l’intensità del match per 80‘, una delle poche note stonate contro i tuttineri. Ritrovarsi con il fiato corto con ancora molti minuti da giocare potrebbe risultare di nuovo decisivo; in questo senso, le scelte e il tempismo nelle sostituzioni saranno fondamentali.
Nel XV titolare, intanto, il francese opta per due soli cambi,
dettati “dalla volonta’ di mettere piu’ potenza in campo dall’inizio”. E Geldenuhys (per Pavanello) e Barbieri (per il mastino Favaro) vertono assolutamente in questa direzione. Gli ‘avanti’, come sempre, saranno determinanti nello sviluppo della partita degli azzurri: l’Australia, soprattutto nelle uscite dalle fasi statiche, può far molto male e la priorità sarà rallentare i palloni provenienti da touche e ruck.

Gli Aussie devono rinunciare a molti dei loro giocatori più talentuosi, da Will Genia a James O’Connor, passando per McCabe e per uno dei flanker più forti al mondo, David Pocock. Quest’ultimo, ormai in via di recupero, può decisamente prendersela comoda, perché il suo sostituto è l’indiscusso protagonista delle ultime partite australiane. Stiamo parlando di Michael Hooper, un “grillotalpa” per eccellenza, capace di dominare in qualunque situazione di breakdown. A farne le spese sono stati sopratutto gli inglesi, nella partita dove Hooper, peraltro, è stato nominato man of the match.  Limitarne la fisicità sarà una delle chiavi del match azzurro. Come importante sarà limitare le discese di Ben Tapuai e la qualità di Kurtley Beale. Attenzione, poi, a concedere qualche penalty di troppo: Berrick Barnes, contro l’Inghilterra, ha dimostrato di avere il piede piuttosto caldo.

Un match che resta comunque di difficile interpretazione, perché ci troviamo di fronte a due nazionali imprevedibili, capaci di tirar fuori una prestazione di assoluto livello ma, allo stesso modo, di andare incontro a figuracce. Quello che appare scontato è che sarà una partita lottata fino all’ultimo minuto, tanto la vittoria è importante per entrambe le squadre: i Wallabies scaccerebbero definitivamente la “crisi” degli ultimi tempi, mentre gli azzurri si regalerebbero una chiusura di test match col botto. Battere la terza potenza del rugby mondiale consentirebbe all’Italia di fare – forse – quel passo in avanti decisivo per il futuro di tutto il movimento.

Foto: sport.sky.it

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OA | Daniele Pansardi

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