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'Italia, come stai?': Simoncelli nel cuore; il punto sullo sci azzurro
Creato il 23 ottobre 2011 da FedericomilitelloFatico ancora a realizzare quanto accaduto, quasi come se non ci volessi credere. Ricordo una frase di Marco Simoncelli al termine del GP di Jerez, quando, mentre era in testa alla gara, scivolò sull'asfalto viscido. Un pilota qualunque sarebbe stato abbattuto ed inconsolabile. Lui disse con il sorriso sulle labbra: "Ora mangio una bella piadina e passa tutto. Poi la prossima volta andrà meglio". Un esempio di amore per la vita, un ragazzo che con il suo modo di fare ci faceva comprendere la vera essenza dello sport, dove, in fin dei conti e nonostante i tanti interessi in gioco, la passione ed il divertimento contano ancora più di ogni altra cosa. Aveva un talento cristallino Marco ed era un pilota d'altri tempi, che si esaltava nella bagarre e tirava fuori il carattere nel corpo a corpo con gli avversari. Non sapeva odiare. Anche quando riceveva critiche ed insulti per la sua 'irruenza' in pista, riusciva sempre a rispondere a tono e con ironia. Dicevano che fosse l'erede di Valentino Rossi e lui, nel suo intimo, ne era convinto: sapeva che un giorno avrebbe potuto vincere il Mondiale. Era amato da tutti per il suo essere così semplice, così spontaneo, così umile e genuino. Nonostante fosse famoso, era una persona comune, uno di noi. Con Marco Simoncelli è morto tutto il motociclismo italiano. Passeranno anni, ma il dolore resterà. Non lo vediamo più, ma il centauro di Cattolica esiste ancora ed il suo ricordo continuerà a vivere nei nostri cuori.
E' iniziata la Coppa del Mondo di sci alpino. Premettendo che Solden non è mai stata foriera di grosse soddisfazioni per il tricolore e che i nostri atleti solitamente raggiungono il top della forma a cavallo tra metà dicembre e fine gennaio, è già possibile trarre delle prime considerazioni. Nel settore del Gigante femminile Federica Brignone e Denise Karbon possono ambire al podio in ogni gara. La 21enne di Milano possiede una naturalezza ed una fluidità di sciata tipiche delle grandi campionesse. Insieme alla francese Tessa Worley ed alla tedesca Viktoria Rebensburg, la talentuosa azzurra si candida al ruolo di regina di questa disciplina nel prossimo decennio: se riuscirà ad acquisire una significativa continuità di rendimento, l'Italia potrebbe aver trovato l'erede di Deborah Compagnoni. Ha ancora molto da dare allo sci azzurro anche Denise Karbon, che, ritrovata la forma ottimale, è parsa accarezzare la neve come tre stagioni or sono, quando spadroneggiava incontrastata. Per il resto, non si intravedono al momento altre atlete da top5. Lo sarebbe Manuela Moelgg, a patto che smaltisca definitivamente gli ormai cronici problemi alla schiena. Ancora acerba, inoltre, appare la potente Lisa Agerer, compagna di stanza e legata da una sincera amicizia con Federica Brignone. Nelle competizioni nord-americane dovrebbe rientrare anche la veterana Nicole Gius, la quale, tuttavia, già da qualche stagione fatica oltremodo nel ripetere i risultati del passato. Se tra le donne possiamo dormire sonni tranquilli con Karbon e, soprattutto, Brignone, nel Gigante maschile, invece, dovremo abituarci ad un ruolo da comprimari per almeno un biennio. Inutile nasconderlo: in questo momento è il nostro tallone d'Achille. Stupisce che, a dispetto di un'annata 2010/2011 disastrosa, lo staff tecnico non abbia rinnovato in toto la squadra concedendo finalmente spazio alle nuove leve. E' vero, i giovani non sono ancora pronti, ma almeno avrebbero avuto un'importante occasione per fare esperienza. Al cancelletto di partenza, invece, vediamo ancora gli eterni Massimiliano Blardone, Davide Simoncelli, Alexander Ploner, Alberto Schieppati, etc., elementi dal passato sicuramente glorioso, ma ormai inadatti per caratteristiche tecniche allo sci moderno, nel quale occorrono grande elasticità muscolare e scorrevolezza. Non è escluso che i veterani sopra citati riescano in qualche caso ad ottenere qualche exploit (in particolare in piste favorevoli come Alta Badia ed Adelboden), tuttavia le individualità su cui costruire il futuro non possono e non devono essere loro. Attualmente la speranza per un rilancio del Gigante tricolore è affidata al 21enne Giovanni Borsotti, dotato di ottime qualità di base, ma sul quale si dovrà lavorare con calma e pazienza. Ricordo, infine, che per il Gigante questa sarà una stagione di transizione, poiché dal prossimo anno, con le nuove sciancrature, assisteremo a delle gare molto simili a quelle dei tempi di Alberto Tomba. E le gerarchie attuali, dunque, potrebbero completamente ribaltarsi.
Federico Militello
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