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“Italia, come stai?”: sport invernali, tanti piazzamenti e pochi podi

Creato il 26 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Tanti piazzamenti per la l’Italia degli sport invernali, forse troppi, e soli due podi. Tuttavia si tratta di prestazioni da valutare in maniera differente.

Partiamo dallo sci alpino. Buoni segnali hanno mostrato i velocisti su una pista storicamente poco amica come quella di Lake Louise. Domink Paris  si conferma il nostro discesista più “puro”, quello dotato cioè di una scorrevolezza naturale e superiore a quella dei compagni di squadra. Molto importante anche il ritorno al vertice di Werner Heel, in un settore dove (Cuche docet) l’esperienza riveste un ruolo determinante ed in cui i 30 anni rappresentano la base per l’inizio di una seconda parte di carriera importante. Sta pian piano risalendo la china anche Peter Fill, cui serve solo un pizzico di incoscienza in più in certi settori dove al contrario appare ancora troppo sulla difensiva. Attendiamo la consacrazione di un Matteo Marsaglia che in superG vale le primissime posizioni, mentre il miglior Christof Innerhofer lo rivedremo da fine dicembre in poi.
Molto più preoccupante, invece, la situazione in campo femminile. L’impressione, che tra l’altro si era avuta già a Soelden, è che le azzurre facciano più fatica del previsto ad adattarsi ai nuovi materiali. In gigante Irene Curtoni ha sfiorato il podio e, in generale, appare in crescita costante tra le porte larghe. Federica Brignone è in grossa difficoltà, condizionata dal problema della ciste che fa male e non può essere asportata prima di fine stagione. La 22enne di Milano, tuttavia, ha il carattere e, soprattutto, il talento per tornare presto sul podio. Denise Karbon non appare ancora completamente a posto dal punto di vista tecnico, mentre le sorelle Fanchini dovranno rendere più incisiva una sciata buona, ma dalle linee troppo “rotonde”.
Il vero problema è rappresentato dallo slalom, dove la selezione tricolore al femminile affronta da anni una crisi tecnica di cui non si intravede la fine. Oltretutto, all’orizzonte non si scorgono neppure ricambi all’altezza o delle giovani su cui costruire un pronto riscatto. Fondamentale dunque sarà lavorare sulla base come d’altronde di sta già facendo grazie al progetto “Futurfisi”.

Un settore in difficoltà ormai cronica è ormai lo sci di fondo. Tra le donne l’Italia recita ormai il ruolo della comparsa (Debora Agreiter è stata la migliore nella 10 km a tl finendo 39ma…) e le uniche note liete sono giunte dalla buona frazione in tecnica classica di Virginia De Martin. In campo maschile, con un Roland Clara che troverà la miglior condizione strada facendo, l’unico sorriso giunge grazie ad un David Hofer che, per caratteristiche tecniche (velocista che ha sviluppato anche ottime doti di fondo), potrebbe presto compiere il definitivo salto di qualità, soprattutto nelle gare con partenza in linea. Per il resto, però, è buio completo. Non si capisce perché si continui a dare fiducia ad atleti che da troppi anni ottengono le briciole e non si lancino invece nella mischia dei giovani alle prime armi: certo, non cambierebbe nulla, ma se proprio si deve arrivare 50mi, meglio farlo con un 20enne piuttosto che con un over30.

Nello slittino l’era Zoeggeler volge ormai al termine. Al di là del risultato in sé, si comprende come la nazionale azzurra abbia utilizzato la gara di Igls come una sorta di test per provare il giusto assetto con i materiali, apparsi nel complesso decisamente più lenti rispetto a quelli dei tedeschi. La chiusura della pista di Cesana Pariol, infatti, ha privato la selezione tricolore di diversi giorni di allenamento e test, mentre Loch e compagni, che di budelli a disposizione ne hanno ben quattro, sono giunti alla prima gara di Coppa del Mondo preparati al 100%. Ed i risultati, in effetti, sono sotto gli occhi di tutti. La Germania ha vinto tutte le gare in programma e rischia non solo di monopolizzare l’intera annata, ma anche di far perdere ulteriore interesse ad uno sport che, purtroppo, non gode di grande appeal da parte del pubblico. L’Italia si consola con il podio nel team-event: troppo poco per una compagine che negli anni ha dominato su più fronti. I giovani Dominik e Kevin Fischnaller, Emanuel Rieder e Rieder-Rastner lasciano ben sperare, anche se al momento lo strapotere teutonico appare inscalfibile.

Come detto, bisogna valutare i piazzamenti sotto punti di vista differenti. E’ certamente positivo il 12mo di Alessandro Pittin nella combinata nordica, al rientro in Coppa del Mondo dopo 8 mesi. In seguito a quello che ha passato il 22enne friulano (due violente cadute dal trampolino ed una operazione alla spalla cui è seguita una lunga riabilitazione), si tratta di un risultato strepitoso e che la dice lunga sul potenziale del giovane campione azzurro. La tecnica di salto si è rivelata già più che discreta, così come la condizione nel fondo è parsa decisamente superiore rispetto alle attese. Pittin si è messo a tirare il gruppo degli inseguitori come nei giorni migliori, pagando inevitabilmente lo sforzo nel finale anche a causa della lunga inattività. Ora il carnico dovrà vincere le proprie paure anche dal trampolino grande. L’obiettivo stagionale non sarà lottare per la Coppa del Mondo, bensì disputare un Mondiale da protagonista in Val di Fiemme: siamo sulla strada giusta. Il resto della squadra, invece, ha evidenziato i soliti problemi nel salto che, se non verranno risolti, precluderanno il salto di qualità definitivo del team anche in chiave staffetta.

La nota lieta del fine settimana è costituita dal salto con gli sci, dove l‘Italia ha conquistato un podio storico nella prova a squadre mista. I segnali migliori, però, sono giunti proprio dal settore femminile, con Evelyn Isam che si è rivelata tra le atlete più in forma del circuito: la 18enne altoatesina, se si confermerà anche su trampolini dal profilo differente, potrebbe realmente ambire alle primissime posizioni della generale. Importante anche il ritorno tra le prime 15 della vice-campionessa del mondo Elena Runggaldier.

Nel bob Simone Bertazzo non è riuscito a confermare il quinto posto di Park City, mentre nello skeleton Maurizio Oioli si è innalzato ormai in pianta stabile tra i primi 15 al mondo.

Niente di nuovo dal pattinaggio velocità (nel senso che l’Italia è distante anni luce dal vertice), anche se nei prossimi giorni approfondiremo il tema della mass start, nella quale il Bel Paese potrebbe raccogliere risultati importanti.

Oggi pomeriggio, infine, Francesco Caligaris ci traccerà un bilancio dei Campionati Europei di nuoto.

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OA | Federico Militello

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