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Italia: dal settembre 2010 sono sette le alluvioni. Si contano decine di morti

Creato il 19 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Il dramma della Sardegna appare solo l’ultimo di una lunga lista che vede il paese subire danni e pericoli, spesso fatali, a cittadini e infrastrutture causati dalle emergenze idrogeologiche. Poche le zone che non hanno vissuto la devastante esperienza delle alluvioni, capaci di trasformare in poche ore città e comuni in contesti apocalittici.

I danni del maltempo in Sardegna (repubblica.it)

I danni del maltempo in Sardegna (repubblica.it)

Fu il caso di Atrani, paesino gioiello della Costiera Amalfitana, che a settembre del 2010 vide le sue strade completamente inondate di acqua e fango, un fiume in piena che costo’ la vita alla ventenne Francesca Mansi, il cui corpo fu ritrovato oltre venti giorni dopo il disastro.

Sud, centro, nord, non c’e’ area dell’Italia sfuggita alle minacce idrogeologiche. Nell’ottobre del 2010 Prato fu attraversata da una potente ondata di maltempo – piu’ di 100 mm di pioggia in una manciata di ore – che trascinò con sé tre donne di nazionalità cinese che morirono in un sottopassaggio mentre erano a bordo di un furgone letteralmente sommerso dall’acqua.

L’emergenza non risparmiò neanche il Veneto appena un mese dopo, tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2010, con un’alluvione causata dall’esondazione del Bacchiglione e del Retrone e dallo scioglimento delle nevi montane: i danni superarono il miliardo di euro con circa 140 chilometri quadrati di territorio allagati e tre morti.

I primi giorni di marzo del 2011, poi, toccò alla Puglia e alla Basilicata, quando in piena andarono fiumi come il Bradano e l’Agri che provocarono perdite economiche per più di 80 milioni di euro con danni maggiori a Taranto e Foggia e centinaia di ettari agricoli allagati e di strade dissestate, e a Casette d’Ete, nelle Marche, dove lo straripamento dell’Ete fu da stato di calamità naturale con 200 millimetri d’acqua caduti in un giorno: un disastro che uccise un padre e una figlia, travolti a bordo della propria auto. Vittime che si aggiunsero a quelle riportate a Venarotta, una donna anziana scivolata nel fango per uno smottamento del terreno, e a Cervia e Teramo, dove due uomini rimasero intrappolati nelle proprie auto.

Ma e’ il 4 novembre del 2011 che l’Italia venne attraversata da una delle alluvioni peggiori della sua storia: Genova e la sua provincia furono flagellate precipitazioni che rilasciarono 300-400 mm di acqua in poche ore. Bilancio totale: sei morti. Dagli studi successivi al catastrofico evento, il capoluogo ligure e’ emerso come il luogo piu’ a rischio alluvioni del Paese per il sistema a rete di corsi d’acqua definito una “bomba d’acqua” pronta ad esplodere.

I danni del maltempo in Sardegna (repubblica.it)

I danni del maltempo in Sardegna (repubblica.it)

Poche settimane dopo, intense precipitazioni e violente mareggiate travolsero la provincia di Messina (22 novembre 2011): le vittime dell’acqua furono tre, tra cui un bimbo di dieci anni a Scarcelli, frazione di Saponara, e circa 700 persone sfollate. Quasi esattamente un anno dopo l’emergenza alluvioni sconvolse la provincia di Massa e Carrara, le piogge superarono i 200 mm in due ore, tra frane, black out, intere zone sepolte da un metro d’acqua per giorni ed oltre 13 milioni di danni per le imprese. L’estremo maltempo causò negli stessi giorni una forte alluvione anche nella Maremma grossetana (12 novembre 2012): sei morti in tutto, quasi 700 sfollati, record pluviometrici e allagamento di Albinia e Marsiliana.

Stamattina è stato il turno della Sardegna, precisamente nella zona di Olbia. A cadere infatti è stato un quantitativo di pioggia che, solitamente, si raggiunge in sei mesi: in 12 ore sono state registrate, per la prima volta nell’area, precipitazioni per oltre 450 millimetri. Dalla serie storica dei valori medi annui, infatti, si evince che le precipitazioni si attestano intorno ai 1000 millimetri l’anno. I morti accertati finora sono 18: in Gallura il bilancio più pesante con nove morti. A Olbia si registrano almeno 13 decessi, dei quali tre nel crollo del ponte tra Olbia e Tempio, in località Monte Pino, due in località Raica nella strada che porta a Telti, dove le vittime sono un padre 35enne e il figlio. Tra le vittime anche Patrizia Corona, 42enne, e la figlioletta di 2, Morgana Giaconi, in località Bandinu, a Olbia, vicino allo stadio Nespoli; mentre in via Lazio è morta Anna Ragnedda, 83enne, e un’altra donna che è stata trovata in casa senza vita. Sono migliaia, infine, gli sfollati a Olbia, Galtellì, Uras, Terralba, Torpè, Arzachena, Orosei dove sono esondati i torrenti. Per loro sono stati requisiti 10 alberghi in Gallura, in molti sono ospitati in scuole e palestre in tutta la Sardegna. In campo è sceso anche Flavio Briatore che, per aiutare la popolazione sarda, ha messo a disposizione 14 alloggi di proprietà della sua società. (AGI).

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