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Italia: è recessione

Da Pukos
Italia: è recessione

Nessuna sorpresa da parte mia, che il Pil italiano del secondo trimestre fosse negativo, personalmente, non avevo dubbi, le parole del Ministro Padoàn, poi, non lasciavano nemmeno più speranza.

Due trimestri in rosso ed allora possiamo dire, anzi, certificare che siamo in recessione, nonostante le promesse, nonostante le previsioni, nonostante gli 80 euro, nonostante … tutto.

La Borsa non l’ha presa troppo bene, ma ricordiamoci sempre che il bilancio dell’anno del nostro indice di riferimento, il Ftse Mib (-2,70%), rimane tutt’ora positivo (+2,86%), anche con la scoppola odierna, mentre, ad esempio il Dax di Francoforte sta perdendo il 4,42%.

Insomma incassiamo l’ennesima umiliazione, stiamo diventando sempre di più la Cenerentola d’Europa, ma d’altronde se non vogliamo cambiare è colpa nostra.

In tre si son salvati dalle vendite, si tratta di Pirelli (+1,36%) che ha comunicato un’ottima trimestrale, World Duty Free (+1,20%) che finalmente ritrova il segno più dopo una serie si sette ribassi consecutivi, quindi Salvatore Ferragamo (+0,92%) che già ieri aveva dato segni di risveglio dopo un periodo terrificante.

Non c’è stato scampo, invece per il comparto bancario: BpM (-8,29%), Bper (-6,60%), Banca MPS (-5,84%), Ubi Banca (-5,38%), Banco Popolare (-4,87%), Mediobanca (-4,85%), Unicredit (-3,75%) e Intesa Sanpaolo (-3,22%).

D’altronde sono Istituti che devono operare all’interno di una economia disastrata, quindi il mercato non poteva comportarsi diversamente.

Continua poi il periodo terribile di Gtech (-6,55%) che non vedeva quotazioni così basse dal dicembre del 2012, ma se parliamo di titoli in difficoltà non si può non riferirsi a Fiat (-5,55%) giunto all’ottavo calo consecutivo. E’ curioso constatare che entrambe le società abbiano deciso di trasferire la propria sede all’estero.

Concludiamo citando anche gli altri titoli che hanno lasciato sul terreno oltre quattro punti percentuali, si tratta di Unipolsai (-4,29%), Mediolanum (-4,20%), Yoox (-4,16%) ed Azimut (-4,00%).

Domani è un altro giorno.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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