Il restringimento sembra purtroppo inarrestabile, anche se lo strato protettivo di sassi e detriti potrebbe rallentarne il passo dando vita ai cosiddetti “ghiacciai neri”.
A rivelarlo è il nuovo catasto dei ghiacciai italiani, realizzato dal gruppo di ricerca di Claudio Smiraglia dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Associazione EvK2CNR e il Comitato Glaciologico Italiano.
Secondo il nuovo censimento, i corpi glaciali in Italia sono 896 e per lo più di piccole dimensioni. Fanno eccezione i tre ghiacciai con un’area superiore ai 10 chilometri quadrati: i Forni in Lombardia, il Miage in Valle d’Aosta e il complesso Adamello-Mandrone, in Lombardia e Trentino. Il quale, con i suoi 16,44 chilometri quadrati di superficie, ha strappato al Forni il primato di ghiacciaio più vasto d’Italia, perché si è scoperto che è formato da un corpo glaciale unico con oltre 200 metri di spessore e non da più blocchi, come ipotizzato finora.
“Entro la fine del secolo si potrebbe estinguere il 50-90% dei ghiacciai alpini – spiega Smiraglia – La fusione, però, sta innescando un meccanismo naturale di auto-difesa: col ritiro dei ghiacci, si sta verificando lo sbriciolamento delle pareti rocciose vicine, e i detriti si stanno riversando sui ghiacciai formando delle ‘coperte’ di sassi sempre più estese. La loro superficie è aumentata del 20% dagli anni ’60 ad oggi, formando uno strato che sigilla e protegge il ghiaccio sottostante. Questo fenomeno potrà forse regalare qualche anno di vita in più ai nostri ghiacciai”.
[foto da classmeteo.it]