Italia, il carattere non basta. Vince il Brasile 4-2

Creato il 22 giugno 2013 da Mbrignolo

TECNICA (Arena Fonte Nova, Salvador). L’Italia di Cesare Prandelli sostiene l’esame di maturità contro un Brasile che gli azzurri non riescono a sconfiggere in competizione ufficiale dai tempi del Sarrià, erano i Mondiali del 1982. I primi minuti della partita sono da incubo: la squadra di Scolari è un furia che travolge l’armata italiana come un fuscello. Come contro il Giappone, l’Italia non entra in partita mentre il Brasile sembra un toro infuriato anche se poco preciso. Ci vogliono 200 secondi 200 perchè in un disimpegno, il primo nel quale si riescono a mettere a segno tre passaggi di fila, si possa superare la linea di metà campo. Per fortuna i verdeoro sono indiavolati e, invece di gioco, mulinano confusione con lo stesso impeto che potrebbero mettere tra 12 mesi nella finale della Copa, l’Italia è confusa e basta. Capitan Buffon cerca di scuotere i compagni a coprire le falle che si aprono ad ogni azione, i brasiliani arrivano facilmente in area ma non riescono ad arrivare alla conclusione.

Con il passare dei minuti la tempesta si placa ma non cambia il rapporto delle forze in campo; prima della mezz’ora Prandelli è già costretto ad operare due sostituzioni. Esce prima Montolivo per lasciare il posto a Giaccherini e qualche minuto dopo Abate cade male e deve lasciare il posto a Maggio proprio quando Scolari è costretto a fare entrare Dante, enfant du pays, per uno zoppicante David Luiz. Nell’Italia non dispiace la spinta di Candreva sulla destra mentre Diamanti non si fa vedere e Balotelli è servito poco e male. La difesa in stato di assedio fa quello che può anche se spesso si notano, anche su palla ferma, situazioni di cattiva copertura. E proprio su una punizione di Neymar dalla sinistra con colpo di testa di Fred miracolosamente deviato da Buffon, Dante ha tutta la libertà per mettere a segno il tap-in. Si va all’intervallo con il vantaggio per i verdeoro e tanto bisogno di una chiaccherata di Prandelli che metta ordine in campo.

E’ un Brasile che aggredisce come non si ricorda a memoria d’uomo e gli azzurri subiscono: il copione nei primi minuti della ripresa è lo stesso, uomini di Scolari all’attacco all’arma bianca, Italia che cerca di non essere travolta ricorrendo al modulo che conosce a memoria, il 4-3-1-2, a che l’ha tirata fuori dai guai. Al 50′ arriva la fiammata che potrebbe rovesciare la partita. Su rinvio di Buffon, Balotelli di tacco pesca Giaccherini che entra in area dal vertice destro e infila Julio Cesar. Lo scorso anno Conte lo aveva definito Giaccherinho e lo juventino castiga il Brasile per la prima volta in questa Confederations Cup. Neymar avrà solo 21 anni ma è abilissimo ad arbitrarsi da solo e si guadagna una punizione che infila nel sette nell’angolo che dovrebbe essere coperto da Buffon, tradito da un passo verso il centro porta. Tutto da rifare e mancano 35 minuti. Al 61′ Balotelli c0on una punizione dai 30 metri impegna Julio Cesar e gli azzurri provano a schiacciare il Brasile nella sua metà campo, sicuramente il gioco fluisce in modo più naturale anche se non è serata da colpi di fioretto.

Ma al 66′ gli uomini di Scolari provano a mettere la partita in ghiaccio: Marcelo dalla metà campo pesca Fred tra i difensori centrali azzurri, il brasiliano vince il duello di forza con Chiellini e va a segno. Arriva il 3-1 nel momento migliore dei ragazzi di Prandelli. L’Italia avrà mille problemi ma non le manca l’orgoglio: al 70′ su calcio d’angolo di Maggio, Dante travolge Bonucci, Luis Gustavo trascina a terra Balotelli e nella mischia Aquilani serve Chiellini che sigla la rete del 2-3. L’ultimo quarto d’ora è più equilibrato: all’80′ Maggio centra la traversa colpendo di testa in splendida solitudine su calcio d’angolo, due minuti dopo Balotelli sfiora la porta su schema su calcio di punizione. Il Brasile soffre un po’ e in questa versione XXI secolo non disdegna a calciare qualche pallone in tribuna. Finisce tutto all’88′: si perde palla in uscita, Marcelo colpisce, Buffon intercetta ma non riesce a spingere il pallone lontano, arriva Fred sul filo del fuorigioco e sigla la sua doppietta personale, il quarto goal per il Brasile.


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