Ci siamo, l’Italia debutta finalmente in Confederations Cup, alla riapertura del maestoso stadio Maracanà di Rio, sotto la bolgia di 80mila
Foto Илья Хохлов, licenza CC BY-SA
persone, molte delle quali intonanti cori per la nostra nazionale.
A sfidarci il Messico, reduce da tre partite di qualificazione mondiale nella sola ultima settimana e prevedibilmente in debito di condizione atletica.
Prandelli schiera per la prima il modulo a una sola punta, Balotelli, supportato dalle incursioni di Marchisio a destra e Giaccherini a sinistra; a centrocampo schierati Montolivo, Pirlo e De Rossi e difesa a quattro con De Sciglio, Abate, Chiellini e Barzagli. In porta il solito e affidabilissimo Buffon.
L’Italia parte bene, anzi benissimo: Balotelli tira quattro volte in 20 minuto verso la porta messicana, Pirlo invoca a gran voce un rigore per fallo di capitano Rodriguez, ma l’arbitro, erroneamente, non lo concede. Unica occasione degna di nota nella prima mezz’ora per il Messico è Guadrado che spara un ottimo sinistro verso la porta di Buffon, ma la palla scheggia solo la traversa.
Poi la svolta.
Al 28’ minuto su calcio di punizione Pirlo inventa una traiettoria perfetta che insacca la rete messicana. 1 a 0 Italia e goal alla 100° presenza in azzuro per Pirlo.
Ma la gioia per il goal dura poco, al 34’ Barzagli combina un pasticcio e per rimediare colpisce con troppa foga Dos Santos. Rigore e ammonizione.
Dal dischetto tira Hernandez che spiazza perfettamente Buffon.
1 a 1 e tutto da rifare per gli azzurri.
Nel secondo tempo è tanta Italia e pochissimo Messico, con gli azzurri riversati in avanti alla ricerca della vittoria.
L’occasione migliore capita sui piedi di Montolivo che ribatte in rete una punizione battuta rasoterra dal solito Pirlo, ma la conclusione è debolissima e finisce agevolmente tra le braccia del portiere.
La gara progressivamente si imbruttisce, e Prandelli si trova costretto a operare un cambio: fuori uno spento Marchisio e dentro Ceri, che si sistema sulla corsia di destra.
Passano pochi minuti e l’Italia segna.
Giaccherini mette in area di tacco un pallone perfetto per Balotelli che fa a sportellate con l’intera difesa avversaria, scarica il destro e segna il goal che si rivelerà decisivo per il match, togliendosi anche la maglia. Cartellino giallo inevitabile.
Ora la partita è davvero nel congelatore, e c’è più spazio solo per l’applauso del Maracanà a Super Mario, che lascia il posto a Gilardino.
L’Italia vince e convince, grazie soprattutto degli ottimi Pirlo, Giaccherini e Balotelli.
Da rivedere la posizione in campo di Marchisio apparso fuori forma e fuori posizione.
Ora si aspetta il Giappone sconfitto 3 a 0 dal Brasile nella giornata d’apertura.
Nell’altro match della giornata la Spagna campione del mondo e d’europa annichilisce uno spento Uruguay ingabbiandolo nel possesso palla tipico delle furie rosse, fatto di continui tocchi corti e accelerazioni.
La Spagna si rende pericolossisima già al 10’ quando Fabregas centra il palo.
Ma la partita è a senso unico e prima Pedro con un tiro bellissimo, anche se deviato da Lugano, e quindi Soldado, impattano il risultato sul 1 a 0. Il dato strabiliante è il 78% di possesso palla spagnolo.
Il secondo tempo è meno una sofferenza per i sudamericani, che tentano qualche incursione in area spagnola, senza però grandi risultati finché, al 43’, Suarez accorcia le distanze su calcio di punizione, ma è troppo tardi.
Vince la Spagna che con ogni probabilità si porta a casa anche la vittoria del girone.
Articolo di Andra Bandini.