La sostanziale bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del provvedimento di legge sul cosidetto “legittimo impedimento” è ipotizzabile sarà l’evento, il cui compimento atteso e temuto da parte di Silvio Berlusconi, porterà il paese ad elezioni anticipate.
E non è un caso che oggi nel corso della Direzione del Pd, la corrente veltroniana dopo avere annunciato le dimissioni dei suoi due esponenti dalla segreteria (Fioroni e Gentiloni), ed il voto contrario al documento del segretario Bersani, appresa la notizia del pronunciamento della Corte, si sia affrettata a tornare sui propri passi, reputando che, in caso di elezioni anticipate, sarebbe stato da idioti delegare ai famelici avversari interni la contrattazione per i posti sicuri nelle liste bloccate.
Invocate da tempo da parte della Lega Nord, sicura di uscirne con una rappresentanza parlamentare più forte dell’attuale, tuttavia le elezioni non sono state l’opzione più gradita al Presidente del Consiglio. Si tratta pur sempre sul piano politico del fallimento di una maggioranza, del fallimento cio’è di un qualche cosa messo assieme da lui.
Tuttavia, il nostro, nel tempo intercorso dalla vittoria parlamentare sul voto di fiducia del 14 dicembre, se da un lato si adoperava a recuperare quella decina di parlamentari che gli avrebbero consentito di stoppare le pretese della Lega Nord, non disposta a farsi logorare da mesi di pura e semplice sopravvivenza del governo, dall’altro metteva a punto la macchina del consenso mediatico e lanciava la volata lunga.
Da qui la partecipazione programmata alle trasmissioni periferiche, quelle non propriamente politiche, quelle che vanno in onda alle ore più improbabili, fanno ascolti non stratosferici, ma che, rivolgendosi ad un pubblico non politicizzato, sono anche le migliori sul piano della propaganda, in quanto in grado di alimentare quel passaparola tra la gente comune che è stato sempre la base della formazione del consenso intorno alla sua persona.
A Berlino aveva detto che sarebbe andato in tv per spiegare direttamente “agli italiani” quello che pensa sulla giustizia nel nostro Paese.
E così Silvio Berlusconi domani mattina sarà ospite di “La Telefonata”, spazio condotto da Maurizio Belpietro all’interno della trasmissione “Mattino Cinque” in onda tutti i giorni alle 8,40 per lanciare l’ennesima campagna elettorale a base di “persecuzioni da parte di giudici comunisti”, avversari “ex comunisti”, “traditori” etc. nel tentativo non impossibile, visto lo stato dell’opposizione, di recuperare quel tanto di consenso che possa garantirgli la maggioranza in entrambe le camere, e sopratutto una qualche riedizione di nuovi strumenti atti ad evitargli ancora una volta il giudizio dei giudici.
A perdere sarà, comunque vada, il paese.