Italia unita...o no?

Quando si proclama l'unità d'Italia, come è stato fatto pochi giorni or sono, ci si dovrebbe aspettare che tutti diano una mano a problemi comuni al proprio territorio e alla propria Nazione. "...sapete tutti com'è difficile piazzare questa gente nei comuni d'Italia, siano essi di destra, centro o sinistra...". Queste sono le parole del nostro Ministro della Difesa Ignazio La Russa. E qui entra in gioco la volontà di affrontare un problema comune, per evitare che l'Europa intera (Zapatero a parte) ci tratti come noi trattiamo Lampedusa. Finchè il problema è di altri e non mi tocca va tutto bene. Questo è il pensiero di molti. Mercoledì sulla Provincia Pavese, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo spiegava che la mia piccola città non può assumersi questo peso, e i problemi sono sostanzialmente due. Primo, chi paga? Il comune non dispone di fondi per questa emergenza. La soluzione la dico io però, paga lo Stato, punto e basta. Secondo, l'area ipotizzata è troppo vicino al centro storico e sarebbe ingestibile. Anche qui però la giustificazione vacilla un pò, infatti non è necessario ricevere centinaia di persone se ognuno facesse la sua parte, e soprattutto questa sosta deve essere temporanea. Ora, lo Stato italiano in questo caso dovrebbe dimostrare più fermezza sulle sue decisioni. I sindaci non li vogliono? Bene, e noi ve li portiamo lo stesso. L'Italia ha 8094 comuni in totale, di cui 149 con più di 50000 abitanti. Per un comune così grande cosa rappresenterebbero 100 persone in più? Con l'adeguato sostegno dello Stato centrale e della popolazione locale si potrebbe benissimo risolvere la situazione. Ma come si suol dire in questi casi "Son tutti froci col culo degli altri" ossia tutti sono bravi ad accettare problemi o condizioni difficili fintanto che capitano agli altri. Viva l'Italia.