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Italia Uruguay 5 a 4 ai rigori. La lotteria sorride agli Azzurri.

Creato il 30 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Se avessimo a che fare con una gara di nuoto valida per il terzo e il quarto posto, a quest’ora i giocatori dell’Italia stringerebbero tra i denti

Foto Илья Хохлов, licenza CC BY-SA

Foto Илья Хохлов, licenza CC BY-SA

una medaglia di bronzo. Gli azzurri, infatti, hanno battuto ai rigori l’Uruguay, terminando questo torneo nel migliore dei modi, compatibilmente con le possibilità attuali di vittoria.

Si gioca nello stadio di Salvador di Bahia, l’Itaipava Arena Fonte Nova, non lontano dal mare, con tifo più per il team sudamericano che per quello europeo.

Oscar Tabárez propone questo 4-3-3 anti-Italia: Muslera tra i pali; difesa a quattro formata da Cáceres, Godín, Lugano, Pereira; a metà campo, Ríos, Gargano e Rodriguez; in attacco il trio Suárez, Cavani, Forlan.

Per quanto riguarda l’Italia, i 120′ della partita di giovedì contro la Spagna si sono fatti sentire molto e hanno messo k.o Pirlo e Barzagli, acciaccati e indisponibili. Pertanto, il ct dell’Italia sfrutta quest’ultima partita per dare spazio a chi si è allenato molto durante il torneo e non ha potuto ancora mettersi in mostra: in porta, c’è Buffon; in difesa, Maggio, Astori, Chiellini e De Sciglio; a centrocampo, De Rossi, Candreva e Montolivo; in attacco, infine, il tridente Diamanti, Gilardino, El Shaarawy.

Uruguay 2 – 2 Italia (58′, 78′ Cavani – 24′ Astori, 72′ Diamanti)

Finale : Uruguay 4 – 5 Italia

Il primo tempo vede una sola squadra in campo, l’Italia, più convinta, più propositiva e più vogliosa di vincere. Gli azzurri spingono sin dall’inizio alla ricerca del vantaggio che fatica ad arrivare o per merito di Muslera, sempre pronto, o per errori di precisione. La Celeste, dal canto suo, riesce a creare qualche pericolo per Buffon solo sul punizione. Tuttavia, il portiere della Juventus risponde sempre “presente”. Alla fine, al 24′, dopo un lungo monologo italiano, arriva il primo gol della partita, firmato Astori: il difensore del Cagliari realizza il più semplice dei tap-in, depositando in rete il pallone che, calciato da Diamanti su una punizione defilata e stampatosi sul palo, mette fuori causa il portiere del Galatasaray. L’Uruguay risponde subito, prima con Suárez poi con Cavani che segna ma in fuorigioco. C’è solo più il tempo per un episodio avvenuto in area azzurra negli ultimi minuti della prima frazione: su cross in area per Cavani, Chiellini lo anticipa e, nel tentativo di allontanare la minaccia, tocca il pallone con il braccio, ma involontariamente.

La tanta mole di gioco prodotta a inizio partita e le fatiche contro la Spagna si fanno sentire a inizio ripresa, causando un abbassamento dei ritmi di gara da parte degli azzurri, chiaramente in debito di energie. La Celeste ha così la possibilità di attaccare e di fare suo il gioco. Oltretutto, le idee degli uomini di Prandelli sembrano appannarsi e, al 58′, arriva il pari: Gargano approfitta di un errore avversario per dar via al contropiede uruguaiano e, giunto al limite dell’area, serve il compagno Cavani che di piattone destro supera Buffon. Ora l’unica squadra in campo è quella di Tabárez che cerca di sfruttare il momento propizio per capovolgere la gara. Al 67′, Buffon è chiamato ad un doppio grande intervento su Forlan e, in un momento di grande sofferenza italiana, arriva l’inatteso gol di Diamanti: il trequartista del Bologna pennella nuovamente su punizione e questa volta la mette dentro. Neanche il tempo di gioire e godersi il nuovo vantaggio che, al 78′, il bomber del Napoli, ancora una volta su punizione, gela l’Italia, battendo Buffon che sfiora solamente la sfera. Nei restanti minuti, entrano forze fresche, Aquilani e Giaccherini, ma il forcing azzurro non è più intenso e ci si prepara una seconda volta ai tempi supplementari.

Per i quattro volti campioni del mondo, la fatica e la sofferenza regnano anche nel primo dei due tempi supplementari. Segnaliamo pochissime occasioni, un vero brivido corso dai giocatori di Prandelli – per fallo su Godin in area che l’arbitro non sanziona – e poca lucidità da entrambe le parti, molto stanche e con “benzina” nelle gambe ai minimi livelli. Nel frattempo, il ct ex Fiorentina utilizza l’ultimo cambio a disposizione: esce Astori ed entra Bonucci.

Nei secondi 15′, sempre più Uruguay che Italia, la cui unica occasione è con Candreva. Dopodiché si torna a soffrire, anche per l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Montolivo per doppia ammonizione. Sembra un tiro al bersaglio verso la porta del numero 1 italiano ma né Suárez né Cavani, i più attivi e temibili nonostante si giochi da 2 ore, inquadrano lo specchio della porta. Quindi, per la seconda volta, la sfida viene decisa dalla lotteria dei rigori: dagli undici metri, falliscono Forlan, il primo dei rigoristi uruguaiani, De Sciglio, Cáceres e Gargano.

Dopo aver dominato nel primo tempo ed essere sparita col passare dei minuti, l’Italia si aggiudica l’incontro, chiudendo al terzo posto la Confederations Cup in terra brasiliana. Bisogna dire che, in queste ultime due partite, si è sentita la mancanza di Balotelli. Gilardino, per quanto ha fatto vedere, non è sembrato molto in forma e ha arrancato per larghi tratti, non reggendo i 90′.

La Celeste, invece, è stata sfortunata ma anche sprecona. Se delle palle gol create poche sono state concretizzate, il merito è soprattutto del portiere bianconero.

Per l’Uruguay brilla Cavani, autore di un’ottima prestazione che vale tutti i 63 milioni richiesti; tra gli azzurri, spiccano Buffon e Diamanti.

Articolo di Alessandro Liturri.


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