Italia Wave - Cronache live
lunedì 18 luglio 2011
Lou Reed e l'occasione mancata. Di non affossare la nostalgia. Sabato 16 luglio, presso lo stadio di Via del Mare a Lecce, si è consumato un omicidio. La tanto attesa serata, almeno nelle idee di chi questo festival l'ha lanciato e tanto osannato, è stata disattesa e non è mai arrivata. Mai decollata, inarcata su stessa nelle pieghe accucciate del ricordo, nel riordinare la memoria e scandire album suoni e colori di una scena che non c'è più. Presentatosi con una band tirata a lucido per l'occasione e fior di supporti tecnici per infilargli, anche, la chitarra, l'approssimazione interpretativa del Lou Reed di oggi uccide la nostalgia del passato, degli ascolti ormai andati a farsi maledire, dopo una serata flop, di quello che fu e che incantò l'intero mondo musicale andando a sfornare album fra le pietre miliari del rock mondiale. Ed i riarrangiamenti completamente fuori dal sapore tipico dei brani originali, la mancanza, ormai, di verve - "cacciarono l'anima a forza di botte" all'energia del ricordo del passato dinamitato. Resta l'impronta, il passaggio, di un nome che svuota il passato di sé e schernisce la sua musica e resta il potere, ancora grande, di una leggenda che smuove ed esalta il pubblico presente con un gesto appena accennato.
La serata di sabato 16 luglio risolleva il morale con l'arrivo sul palco dei Verdena che si presentano con una scaletta degna di nota e calano lo sferragliare degli strumenti nella desolazione di uno stadio dimenticato. Il sound della band che non si ferma, e cresce di live in live. La netta sensazione dei “passi da gigante” che costantemente compiono e la coerenza musicale di chi, album dopo album, ha saputo rinnovarsi senza mai perdere l'originalità dell'impronta musicale, oscillando continuamente fra influenze disparate, giocando col pastiche come pochi sanno fare, hanno messo in scena un live che non ha tradito le attese.
Eppure, main stage a parte, l'Italia Wave c'è stato. Un altro. Diverso. Dal tono minore. Quasi nascosto. Era tutto a San Cataldo, dove per quattro giorni consecutivi si sono susseguiti sul palco dell'Ostello del Sole artisti come Almamegretta, Perturbazione, Waines, Calibro 35, solo per citare alcuni fra i più interessanti nomi della scena indipendente italiana. Tutto in sordina, nella quiete che richiede il mare, e scontorna i paroloni di megapalchi incerottati di niente.
Francesco Aprile
Italia Wave. Cronache live - I Perturbazione all'Ostello del Sole
sabato 16 luglio 2011
«Provaci tu». Il giorno si avvia verso ondate sbiadite. La musica seziona il disconnettersi dei raggi del giorno mentre il mare trema di un lieve increspato. Non c'è nemmeno il tempo d'accorgersi della poca affluenza. Dei calcinacci tutto attorno - per le strade delle case sul mare - che si aprono alla caduta, che i Perturbazione ci sanno fare. E San Cataldo si colora mentre spalanca la bocca al distendersi del mare. Le spiagge, assonnate, si sdraiano su se stesse, riverse al mare caldo e al vento denso delle parole. Bambini sulle spiagge urlano. Giocano. Il frontman dei Perturbazione mette in scena, con la solita verve, un abile gioco di relazioni col pubblico che, presente risponde, ricambia e corteggia la musica. Il pop italiano si contamina della lezione british di Stone Roses e Blur (questi utlimi, poi, vengono omaggiati con una cover) che per un attimo l'Ostello del Sole di San Cataldo sembra non abitare più lì ed i Perturbazione continuano a mulinare per un live infaticabile che ripaga l'attenzione dei presenti con un coinvolgimento che è proprio dei live della band di Rivoli che è già tempo d'andare. E restano i bambini a giocare sulle spiagge, a nuotare ad urlare a disegnare la sera che viene.
fonte: www.salentoinlinea.it |
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