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Italian neutrino

Creato il 23 settembre 2011 da Albertocapece

Italian neutrinoStamattina mi sono svegliato che non c’era più la relatività. E a dirlo non era qualche sospetto vescovo emerito, ma i ricercatori del Cern e dell’ Istituto Nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso che partecipano al progetto Opera: hanno scoperto che i fasci di neutrini, lanciati da Ginevra fino al laboratorio italiano hanno spesso viaggiato più veloci della luce. Di un’inezia: i 730 chilometri di distanza sono stati coperti in un tempo di 60 nanosecondi inferiore al previsto.

Così addio Einstein e l’impossibilità di superare la velocità della luce da parte di qualsiasi entità abbia una massa, sia pur infinitesimale, ma in generale addio a tutta la costruzione della Allgemeine Relativitätstheorie. Gli esperimenti di Opera durano da tre anni senza che però si avesse sentore di questa vera e propria rivoluzione epocale, cosa di per sé abbastanza strana, anche perché i risultati parziali degli esperimenti sono pubblicati in pdf  sul sito della Conrnell University (qui per i fisici curiosi). Certo è chiaro che avendo a che fare con misurazioni così delicate, bisogna andarci con i piedi piombo: un nanosecondo è un miliardesimo di secondo e basterebbe che la distanza tra il laboratorio ginevrino di emissione e quello italiano di ricezione distassero 17, 98 metri più dei 730 chilometri calcolati che tutto sfumerebbe nel nulla. I margini di errore ci sono:  10 nanosecondi per il tempo e non so quanto per la distanza visto che il fascio viaggia sotto la crosta terreste  e questo implica una determinazione assolutamente precisa del geoide planetario nell’area considerata. Oggi pomeriggio ci sarà una conferenza stampa e ne sapremo di più.

A dire la verità velocità superiori a quella della luce sono previste sia dalla quantistica che dalla fisica classica in determinate condizioni e la prima prova sperimentale si è avuta nel 1992 all’Istituto Max Plank di Colonia: un pacchetto di onde può avere velocità “superluminale” nella zona intermedia tra due barriere. Quindi è possibilissimo che la Relatività resti valida, mentre siano meno valide le nostre conoscenze sul neutrino  che il progetto Opera si riprometteva appunto di approfondire: in particolare proprio l’oscillazione della particella  fra i suoi tre tipi che suggerirebbe l’esistenza di una massa come ipotizzato da Bruno Pontecorvo. In realtà quindi la scoperta è tutta da verificare: se il neutrino non ha massa la teoria di Einstein è salva, almeno per ora.

Non sono un fisico, ma a volte anche le proprietà delle particelle elementari sono sottoposte alle bizzarre leggi del macrocosmo: guarda caso i tagli che il Cern di Ginevra è stato costretto a fare a seguito della crisi economica, prevedevano la sospensione degli esperimenti di Opera e il lancio di neutrini per tutto il 2012 e senza garanzie certe di una ripresa. Ma ora che l’esperimento rischia di far saltare la Relatività la cosa cambia aspetto e alcune priorità potrebbero essere riviste. E questo sarebbe uno dei casi in cui il neutrino si comporta in modo assolutamente prevedibile e banale. Da neutrino italiano.

 


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