Mircea Eliade (Bucarest, 13 marzo 1907 – Chicago, 22 aprile 1986) è stato uno storico delle religioni e scrittore rumeno. Uomo di cultura vastissima e di straordinaria erudizione, grande viaggiatore, parlava e scriveva correntemente otto lingue: rumeno, francese, tedesco, italiano, inglese, ebraico, persiano e sanscrito.
DA UNO SCRITTO DI MIRCEA ELIADE SULL' INDOLE DEGLI ITALIANI
“ Mai avrei creduto che gli italiani potessero essere dei lacchè. Adesso ne sono convinto. Spero di vivere abbastanza per assistere alla diaspora degli italiani trasformati in camerieri e cantanti e vedere l’ Italia data in affitto alle società turistiche”
“ Ho visto le foto di piazza Loreto a Milano e il duce appeso per i piedi. L’ ultima briciola di stima per il popolo italiano è scomparsa. Popolo di servi, di traditori e di ruffiani. Hanno sfilato accanto al cadavere di Mussolini cinquemila operai a Milano, e ognuno di loro ha dichiarato i suoi sentimenti antifascisti dando una pedata nel culo al duce. Ovviamente hanno avuto questo coraggio perché colpivano un cadavere. Che hanno fatto gli operai antifascisti di Milano per oltre vent’ anni? Quanti complotti? Quante insurrezioni?”
Per i contatti giovanili con il fascismo rumeno lo studioso fu screditato tra gli intellettuali italiani e, per converso, assai caro e citato da ambienti della destra italiana. Entrambe le posizioni costituiscono un ' accusa ingiusta, Eliade fu candidato 10 volte al Nobel e non lo ricevette mai.
Il mito per Eliade è un atto di creazione dello spirito, indipendente dalla storia, che anzi fonda esso stesso la storia, e nel corso della storia si ripete e ritorna ciclicamente. La storia delle religioni è quindi storia delle manifestazioni soprannaturali del sacro che si ripetono nel tempo dell'uomo, riproponendovi l'alternanza sacro / profano (sia nel tempo - con le feste - che nello spazio - con i "centri del mondo") e riattualizzando per questa via i miti primordiali.