Italiani nati

Da Ilpescatorediperle
Ieri doveva essere il giorno della memoria in rapporto ai tempi del dichiarazionismo a briglia sciolta. Dopo Martone, l'infelice commento di Beppe Grillo sulla cittadinanza a quanti sono nati in Italia da non italiani, a suo dire "senza senso".Si tratta di una posizione  reazionaria, in quanto rappresenta appunto la reazione protettiva dello status quo rispetto all'apertura di una dimensione più contemporanea di abitare un paese. Il fatto che ci siano bambini italiani di nascita ma stranieri per lo Stato è qualcosa che mi scandalizza profondamente. Implica una discriminazione essenziale tra persone che condividono fin dalla venuta al mondo la stessa origine. Perché un bambino che vede la luce a Roma da genitori italiani e uno che la vede da genitori stranieri dovrebbero avere diritti diversi? Non è sempre la stessa luce? Non sempre la stessa terra?Ivan Scalfarotto ci fa notare come queste posizioni rappresentino la polpa populista in zona leganordismo di un movimento dalla scorza democratica. Giuseppe Civati ci dà, com'è nel suo stile, ragioni di speranza, sottolineando come i militanti 5 Stelle abbiano discusso la linea di Grillo distanziandosene vivamente.Ci sono però altri aspetti in queste affermazioni che lasciano perplessi.
Definire la questione della cittadinanza ai nati italiani figli di immigrati una "liberalizzazione delle nascite", ad esempio. Si tratterebbe quindi di una misura legata al commercio, allo sviluppo nel suo insieme, alla concorrenza, a che cosa? Quale finalità economica dovrebbe avere? È un modo come un altro per tacciare questa proposta come strumentale. Strumentale a che cosa? Questo è il vero problema del ragionamento di Grillo: laddove sostiene che una norma in tal senso avrebbe lo scopo di "distrarre gli italiani dai problemi reali". In sostanza si argomenta la riduzione del politico all'economico. La rivendicazione di (sacrosanti) diritti non sarebbe altro che una sovrastruttura rispetto alla ben più stringente attualità di un ampio spettro di problemi che riguardano la vita di tutti i giorni.La mediocrità di questa argomentazione non solo nasconde il fatto che essere o non essere un cittadino è un problema davvero reale, perché la partecipazione democratica alla vita pubblica di un paese in cui si vive e al cui sviluppo si contribuisce è una questione di sostanza (credevo fosse uno dei punti forti del Movimento 5 Stelle questo, ma evidentemente mi sbagliavo). Essa, affermando che la querelle alimentebbe solo uno scontro tra tifoserie, divide il paese in aree dalle motivazioni subdole, senza pensare che battersi per la cittadinanza ai nati italiani sia una battaglia di civiltà. Quello che, in effetti, è.

da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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