Italicum: cosa cambia dopo accordo PD – FI

Creato il 30 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Matteo Renzi ha di che essere soddisfatto.
La “sua” legge elettorale, l’Italicum, sembra aver finalmente trovato un base comune da parte del Partito Democratico e da Forza Italia.
“Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno abbandonato le rivalità per il bene del paese” ha detto Bruno Donato, Presidente della commissione Affari Costituzionali “La legge è in dirittura d’arrivo”.
Tra PD e FI arriva un’intesa che era nell’aria già dalla visita di Berlusconi a Renzi, criticata e difesa a spada tratta in parti uguali.
“Stiamo dando un segnale nel momento del bisogno” ha detto Dario Nardella, sollecitando il M5S a “non perdersi solo in insulti: c’è molto da fare”.
Dal Movimento, invece, si continua a parlare di ostruzionismo e molti deputati si sono infuriati nel sentir dire dal Ministro della Difesa Mario Mauro che “La nuova legge elettorale è fatta per fare fuori Grillo”.

Come si trasforma l’Italicum?
Italicum è stato depositato nella serata del 22 gennaio alla Commissione e sta venendo tuttora discusso alla Camera.
La spina dorsale della legge elettorale renziana resta quella proporzionale: ogni partito riceve in proporzione un numero di seggi pari alla quantità percentuale di voti raggiunti.
Non cambia ciò che gli italiani tanto si aspettavano: le liste bloccate restano bloccate. Non sarà possibile dare una preferenza a un politico piuttosto che a un altro, ma semplicemente a una lista plurinominale. Il cui ordine resta deciso dalla sezione di partito: il primo passa con un minor numeri di voti del secondo e così via.
le liste saranno più corte: l’elettore capirà meglio chi sta votando, anche se non avrà una vera e proprio libertà di scelta. Inoltre ci si potrà candidare in un solo collegio.

Ciò che invece cambia è innanzitutto il premio di maggioranza.
Ovvero una quantità di seggi “in più” che verrà data alla coalizione che raggiungerà una certa percentuale di voti. Che sarà del 37%, invece che del 35, come si era pensato inizialmente.
Nel Porcellum, tale limite era al 55%. Nell’Italicum, il premio sarà a un massimo del 15%.
La novità assoluta dell’Italicum è il ballottaggio.
Se nessuno schieramento avrà raggiunto il 35%, si andrà entro 15 giorni a nuove elezioni tra le due liste o coalizioni più votate. Dal ballottaggio, si potranno avere al massimo il 53% dei seggi. In ogni caso, nessun partito potrà mai superare il 55%, nemmeno con il premio di maggioranza.
Alzati anche gli sbarramenti: una coalizione con meno del 12% dei voti, una lista appartenente a una coalizione con meno del 5% e una lista indipendente con meno dell’8% non avranno accesso al Parlamento.
Grande cambiamento anche per il Senato: con l’Italicum diventerebbe una Camera delle autonomie, con rappresentanti delle regioni Sindaci non eletti, senza indennizzi. Il Senato non avrà alcun potere sulla fiducia al Governo.

Sono modifiche che sicuramente non aiutano i piccoli partiti non inseriti in coalizioni, o quelle liste che non raggiungono almeno il 5% dei voti (Sel in primis). Si capiscono anche le parole del Ministro della Difesa quando parla di “fare fuori Grillo” con questa legge elettorale: un partito che non si allea, difficilmente arriverà al ballottaggio, e conseguentemente avrà meno seggi di quanti ha ora.

Renzi invece esulta e si dichiara “pronto ad andare avanti a viso aperto: adesso tocca al Senato, alla semplificazione, alle Province e alla riforma del titolo V. Mai più larghe intese, mai più potere di ricatto dei piccoli partiti, mai più inciuci e mega circoscrizioni”.


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