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Italicum, Direzione Pd: scontro tra minoranza e Renzi. Il premier chiude: “No a ricatti, approvazione entro maggio”

Creato il 30 marzo 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

“Non partecipare al voto sull’Italicum e parlare con un portavoce unico”. Queste le proposte di Pippo Civati, questa mattina, alle “altre minoranze del Pd” in vista della direzione di oggi pomeriggio. E’ scontro con Matteo Renzi, in Direzione Pd, sulla legge elettorale e le riforme: ”Chiedo un voto per una ratifica di quanto fatto negli ultimi 15 mesi e per un mandato per i prossimi mesi”.

Matteo Renzi (foto - huffpost.com) e Pippo Civati (foto - 7per24.it)

Matteo Renzi (foto – huffpost.com) e Pippo Civati (foto – 7per24.it)

Le critiche di Pippo Civati al Pd e a Renzi sulla nuova legge elettorale “Italicum”. Le minoranze Pd oggi in direzione parlino con una sola voce. La proposta era arrivata da Pippo Civati a poche ore dalla riunione dell’organo Pd. Sul suo blog, Civati aveva fatto due proposte alle altre minoranze del Pd. La prima era l’invito a non partecipare al voto di oggi in direzione. “La trasformazione della direzione in un plebiscito e aut aut – spiega Civati – non aiuta affatto e di per sé costituisce una risposta definitiva alle richieste di confronto venute da più parti. E facciamo le proposte in aula, in coerenza con quanto accaduto in Senato: riproponiamo la questione complessiva delle riforme, come peraltro avevo chiesto si facesse anche per il voto finale in aula sulla riforma costituzionale”. E poi, aveva aggiunto Civati: “Facciamo un unico intervento che ci rappresenti (e lascio volentieri la parola): definiamo una volta per tutte il campo di chi è in minoranza, perché le ambiguità di questi mesi non hanno fatto altro che creare confusione. Una minoranza che non si preoccupi delle sigle e dei posizionamenti, ma dei contenuti e della qualità della nostra democrazia. Non interessata ai posti, ma al pluralismo e alle garanzie”.

L’ultima discussione sull’Italicum. “Auspico – ha detto il premier Matteo Renzi – sia l’ultima Direzione in cui si discute di legge elettorale, poi è opportuno che il gruppo alla Camera abbia la possibilità di riunirsi e decidere in merito se lo riterrà opportuno, noi condivideremo con il Gruppo la scelta”. La nuova legge elettorale, spiega il premier, è “uno strumento decisivo per l’azione del governo e per la legislatura”. “Il governo precedente non riusciva ad andare avanti sul percorso delle riforme che dovevano caratterizzare la legislatura. Questo ha stabilito la Direzione all’unanimità, l’elemento di difficolta’ erano le riforme”, ha ricordato il premier/segretario. ”Ho sentito dire che non si può mettere la fiducia sulla legge elettorale. Ne parleremo a livello parlamentare, ma ora mettiamo la fiducia tra di noi perché la legge elettorale non è solo una discussione tecnica, ma la possibilità per questo partito di essere capace di rispondere ad una questione dopo tre governi e quattro legislature”, ha continuato Renzi. Quanto ai tempi sulla discussione, “oggi è fisiologico che votiamo, poi è opportuno che il Gruppo della Camera si riunisca dopo Pasqua per discutere, ma entro il 27 aprile dobbiamo essere in aula e a maggio dobbiamo mettere la parola fine alla discussione” sulla legge elettorale.

Critica alle minoranze del Pd. Sulla legge elettorale le minoranze del Pd hanno posto due elementi: “Quella di un ritocco alla Camera e rimandiamo la legge al Senato. Capendone le ragioni e riconoscendo la legittimità di questo ritocco, posto dalla parte maggioritaria delle minoranza, dico subito che sono contro”. ”Poi c’è la parte minoritaria, quella del ricatto, lo dice D’Attorre oggi in una intervista: o fai così o c’è il voto segreto – ha aggiunto Renzi – ma il Pd non è il partito in cui quando non sei d’accordo ti mando sotto con il voto segreto, ma quello in cui quando non sei d’accordo si discute. E’ un ricatto e al ricatto non si risponde”. ”Sarebbe un clamoroso errore riaprire la discussione al Senato” sulla legge elettorale, ha spiegato Renzi. “Provare a mettere in discussione la legge elettorale è un azzardo che ci espone a molti problemi al Senato e non si spiega politicamente alla Camera – ha detto Renzi – perché riapre un accordo di coalizione sul quale non decide il Pd, che al Senato ha bisogno della coalizione, ed è come un gioco dell’oca in cui arrivati alla fine bisogna ricominciare dall’inizio”.

Cuperlo: “Matteo apri a correzioni”. “Il mio appello a te, Matteo, è perché tu apra alle correzioni: fidati del tuo partito e dei tuoi parlamentari e uscirai rafforzato, uscirà rafforzata anche la democrazia”. Ha detto Gianni Cuperlo parlando alla direzione del Pd. “Non partecipo, come altri, al voto, prendila come una richiesta a ‘cercare’ ancora, ragioniamo e discutiamo ancora”, ha aggiunto Cuperlo. (ADNKRONOS)


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