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Italietta

Creato il 07 ottobre 2011 da Alextog @sandratognarini

Nel blog di un mio contatto di Facebook, qualche giorno fa ho trovato questa frase, che Charles Dickens scrisse in una lettera a Stendhal:

Pensate se voi ed io fossimo italiani e fossimo cresciuti dall’infanzia minacciati continuamente da confessionali, prigioni e sgherri infernali, potremmo voi ed io esser migliori di loro? Saremmo noi così buoni? Io, se ben mi conosco, no.

Proprio vero che, come si dice, non c’è niente di nuovo sotto il sole e che le cause dei problemi italiani vanno cercate a monte, non a valle. Certo, qualche singolo può sfuggire al “peccato originale” di essere nato tra le Alpi e la Sicilia. Magari il riscatto può avvenire con l’educazione familiare o dopo appropriati studi. E allora lo stare in Italia non può essere paragonato con nessun altro luogo al mondo. Ma ci si soggiorna come fanno gli stranieri. Soprattutto quelli che arrivano dalle isole britanniche. Self control, please.

In nessun altro Paese (maiuscolo) al mondo ci si scanna per gli esiti di una sentenza che ha mandato assolti due ragazzi dall’accusa di omicidio volontario senza uno straccio di prova e senza un movente acclarato oltre ogni ragionevole dubbio. Non si può rispondere “Per nulla” a chi chiede quale potrebbe essere il movente. Troppo comodo parlare sempre del complotto straniero quando la propria cifra espressiva è sempre quella dell’impotenza. Molti italiani si sono meravigliati che gli USA abbiano fatto lobbying in favore di Amanda Knox. Beh, gli USA sono SEMPRE a fianco dei cittadini a stelle e strisce quando soggiornano all’estero, soprattutto quando pare che abbiano torto. Invece di accusare Hillary Clinton di ingerenza, perché l’Italia non si comporta allo stesso modo in favore dei propri cittadini che all’estero hanno dei problemi giudiziari? Gli italiani si sono divisi sul destino di Silvia Baraldini perché è passato il distinguo che fosse “di estrema sinistra” e quindi “sacrificabile”. Alla fine, poi, è sembrato che l’arrivo della Baraldini in Italia fosse compreso in uno “scambio di prigionieri” con i responsabili della strage del Cermis. Forse è stato così. Forse. Che c’è di strano?

La responsabilità è anche degli organi di informazione del nostro paese (minuscolo), che quasi mai parlano degli italiani detenuti all’estero e, se lo fanno, la notizia è trasmessa a tarda notte in qualche “speciale”. Non in orari di massimo ascolto.

E’ importante che spesso in Italia ci si sensibilizzi per chi, non italiano e detenuto all’estero, viene condannato a morte (magari per impiccagione o lapidazione). E’ importante che spesso si vedano le foto di queste persone appese sulle facciate dei palazzi. Non ho però mai visto una uguale sensibilità per chi è italiano e si trova in un carcere indiano. O addirittura negli Stati Uniti rischia la pena di morte. Considero odioso che qualcuno alla Farnesina consideri i detenuti italiani all’estero tutti colpevoli a priori. E non ordini al console di turno di sputare tutto quello che c’è da sputare per far sentire la madrepatria vicina a queste persone. Indipendentemente dalla loro colpevolezza o innocenza. Proprio come farebbe una mamma.

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