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Ma veniamo a ciò che ha mosso la mia curiosità e le mie riflessioni...
Nei giorni scorsi ho apprezzato con enorme interesse e spirito critico un film-documentario dal titolo "Italy, love it or leave it", un film che è capitato sulla mia strada per caso, sfogliando il catalogo di iTunes, ma che mi ha colpito a tal punto che ho dovuto nel giro di poche ore riguardarlo una seconda volta.
Nulla di eclatante o sconvolgete, nessun effetto speciale, solo uno di quei prodotti cinematografici che probabilmente con poca spesa da parte della produzione riescono a lasciare un segno, a veicolare messaggi di spessore.
Sarà che in questo periodo sono particolarmente sensibile a molti degli argomenti che sono trattati, fin nel cuore del problema sociale che sollevano, ma credo che le scene e la narrazione portino a grandi riflessioni, a sottoporci alcune domande alle quali probabilmente molti di noi non sanno o non hanno il coraggio di rispondere.
Il tutto con un profilo davvero basso, quasi sottovoce, con tono regolare, senza urlare concetti o immagini che in realtà avrebbero una carica emozionale enorme, assolutamente di primo piano.
Tengo a precisare che questa mia non vuole essere una recensione, o almeno una mera recensione, ma uno spunto che parte dal film e trova un fertilissimo humus dentro me stesso, nelle mie idee, in ciò che da tempo penso e/o che sta maturando in me anche al di là di una mia esplicita e consapevole volontà.
Gustav e Luca, sono i due protagonisti, ma diciamo anche gli unici attori-narratori, una coppia gay che è combattuta tra un sentimento di amore verso il proprio Paese e un sentimento razionale, dopo essersi resi conto nella propria vita quotidiana - quella di un italiano qualunque - che in realtà la scelta più giusta per il loro futuro, quello di una famiglia qualsiasi, sarebbe abbandonare il proprio Paese.
(to be continued)
nanni