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‘ITIS Galileo’ di Paolini

Creato il 29 aprile 2014 da Valeria Vite @Valivi92

2009601 . «L’arte e la scienza dovrebbero sempre essere ribelli rispetto al pensiero dominante del loro tempo».

Un paio d’anni fa il cantastorie Marco Paolini portava nei teatri di tutta Italia lo spettacolo ‘ITISGalileo’, ripercorrendo le tappe della vita dello scienziato e raccontando le sue rivoluzionarie scoperte. La tournée, che ha conseguito uno straordinario successo per ben due stagioni, è terminata, ma fortunatamente esistono delle registrazioni che permettono comunque di assistere allo show.

Molti sostengono che guardare le opere teatrali in televisione sia noioso, ma non è il caso di ‘ITIS Galileo’ poiché è stata realizzata una messa in scena appositamente per registrare lo spettacolo e trasmetterlo su La7, rispettando le esigenze di un pubblico televisivo. Il video completo è disponibile su Youtube in Rewind TiVu – Primo Canale, oppure potete acquistare in libreria Paolini M., ITIS Galileo, Einaudi, Torino 2013, un libro contenente il canovaccio e il DVD dello spettacolo oltre a numerosi scritti degli autori Marco Paolini Francesco Niccolini e del filosofo della scienza Stefano Gattei.

Come location per mettere in scena lo spettacolo sono stati scelti i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Alcuni spettatori assistevano alla proiezione dello spettacolo dall’Aula Fermi, i professori dell’istituto invece assistevano allo spettacolo di Paolini in un teatro improvvisato nelle profondità del Gran Sasso, con 1400 m di roccia sopra di loro e i caschi protettivi. E’ stata un’ottima scelta parlare di Galileo in una delle più importanti sedi dello studio della fisica delle particelle, vengono infatti sottolineati gli sforzi che sono stati compiuti in passato per rivoluzionare il modo di pensare delle persone e l’importanza della scienza nella storia dell’umanità.

Nel titolo compare la parola “ITIS”, che è un inequivocabile omaggio agli istituti professionali. La vicenda di Galileo è un argomento trattato soprattutto nei licei classici e scientifici mentre gli ITIS sono soliti trascurarlo, nonostante Galileo non avrebbe potuto compiere alcuna scoperta senza le conoscenze tecniche apprese come autodidatta. Si tratterebbe inoltre di un espediente per invitare a teatro tutti quanti, non soltanto a coloro che hanno scelto di studiare ma anche i “meccanici”, senza la cui tecnica non sarebbe stata possibile alcuna rivoluzione scientifica. Tale scelta deriva soprattutto dal fatto che Paolini abbia voluto andare nelle scuole per spiegare ai più giovani che essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema.

Paolini è uno dei principali esponenti del Teatro Civile in Italia, un genere di spettacolo teatrale che tratta argomenti riguardanti temi di politica e società, al fine di focalizzare l’attenzione sull’argomento trattato per sensibilizzare l’opinione pubblica. Anche se il tema di Galileo non può certo essere considerato contemporaneo, Paolini è riuscito a realizzare numerosi parallelismi (alcuni anche comici) tra l’Italia del XVI-XVII secolo e quella dei nostri giorni, in modo tale da sfruttare appieno le capacità educative del teatro per insegnare al pubblico come essere rivoluzionari ai nostri giorni. Non è infatti un caso che lo spettacolo abbia inizio con l’invito a “fare un minuto di rivoluzione”

Il teatro civile si sviluppa dal Teatro di Narrazione, di cui Paolini è uno dei massimi esponenti, ed è proprio di questo genere teatrale che sarebbe meglio parlare nel caso di ‘ITIS Galileo’. Guccini racconta così il teatro di narrazione: “alcuni attori-autori iniziano a presentarsi sulla scena senza lo schermo del personaggio, ma con la propria identità per raccontare storie senza rappresentarle”. Si crea così un rapporto più diretto tra palcoscenico e spettatori, i quali spesso sono chiamati ad interagire con gli attori.

Nel suo ultimo spettacolo Paolini non tradisce il proprio stile recitativo. L’opera è infatti un lungo monologo (che talvolta si trasforma in dialogo improvvisato con il pubblico) in cui spesso abbandona la lingua italiana in favore del dialetto veneto. L’attore-regista, calca il palcoscenico con un impiego minimo di costumi di scena e di scenografie e senza interpretare alcun personaggio. Come facevano anticamente i cantastorie e gli “Zanni” (le maschere cinquecentesche di Arlecchino, Pulcinella, Pantalone …), lo spettacolo consiste prevalentemente nell’improvvisazione dell’artista basata su un canovaccio.

‘ITIS Galileo’ di Paolini

Una delle tante magie del teatro consiste proprio nella possibilità di annullare la distanza tra gli attori sul palcoscenico e gli spettatori in platea e Paolini ci riesce proprio grazie all’improvvisazione: per cercare qualcuno iscritto all’ITIS Paolini interroga gli spettatori sulle scuole superiori effettuate, fa un cenno al pubblico televisivo che lo “segue da casa” e invita la platea a togliere il caschetto protettivo per non patire troppo il caldo.

Le scenografie sono minime (se escludiamo l’affascinante tunnel sotterraneo in cui viene realizzato lo spettacolo), infatti sono costituite da una copia ingigantita degli appunti di Galileo sullo sfondo, una campana (una possente, della Pontificia Fonderia Marinelli) e un sfera uncinata contenente una ricostruzione dell’universo sospese mediante delle catene con cui Paolini gioca nel corso dello spettacolo, una piccola cassa di legno sul quale sono appoggiati il Sidereus Nuncius e il Dialogo sopra i massimi sistemi. Per quanto riguarda i costumi, ad un certo punto dello spettacolo Paolini indossa un baschetto nero e un grembiule marrone utilizzato da chi compie attività umili, durante la lettura dell’abiura sostituisce invece il basco con un lungo cappello conico bianco “da somarello”. Anche i caschetti protettivi possono essere considerati dei costumi di scena per l’attore (che ad un certo punto decide di toglierselo) e gli spettatori. Non mancano inoltre le colonne sonore: Mario Brunello esegue al violoncello Suite n. 1, Giugue di Johann Sebastian Bach, Cantique de la promesse di Jacques Sevine, La Bandabardò esegue Circus composta per ‘ITIS Galileo’.

Come spesso accade nel teatro civile, Paolini porta le prove di ciò che racconta: non solo cita accuratamente nomi e date, ma sfoglia sul palcoscenico i due più importanti libri scritti da Galileo, il ‘Sidereus Nuncius’ e il ‘Dialogo sopra i massimi sistemi’. Il primo è un trattato di astronomia pubblicato nel 1610, in cui Galileo espone tutto ciò che ha scoperto grazie al cannocchiale, il secondo invece è un’opera di trattatistica scientifica scritta sotto forma di dialogo e pubblicata nel 1632. Paolini espone con colloquialità e spesso anche comicità le due opere, rendendole accessibili anche profani. Per rendere commestibile il ‘Dialogo’ inscena persino un monologo nello stile degli Zanni, con tanto di mascherina. .

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Articolo tratto dalla mia rubrica ‘Avventure da palcoscenico’ della rivista ‘Eclettica, la voce dei blogger’ n. 4


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