Ivan Cattaneo non le ha mai mandate a dire a nessuno, si tratti pure di “poteri forti”, può sembrare un azzardo, invece è solo fedeltà a se stesso e alle sue convinzioni, naturalmente con la consapevolezza di poterci rimettere in prima persona e non poco. E le sue dichiarazioni, in una recente intervista resa a Tommaso Labranca, lo dimostrano, infatti ha annunciato la pubblicazione di un libro in cui racconterà tutte le sue esperienze nel mondo della discografia e come si può immaginare nello stile del personaggio, si tratterà di materia che “scotta” e che desterà scalpore, ecco come ne parla “Se usassi nomi e cognomi, finirei sommerso dalle querele … Ho già pronto il titolo: ‘Falsi nomi, storie vere’. L’autobiografia di un’artista alle prese con il piccolo mondo della musica italiana” e non si tira indietro nemmeno davantiall’ammissione di aver sbattuto, a un certo punto della carriera, la porta in faccia alla discografia ufficiale “Per loro sarei dovuto andare avanti tutta la vita a rifare vecchie canzoni (ndr Cattaneo allude alle tante ‘cover’ ripensate a misura sua che ha cantato)” infatti, secondo la sua produttrice discografica di allora, Caterina Caselli, il segreto del suo successo risiedeva nell’ “Unire alla natura di un personaggio scomodo, persino visivamente imbarazzante, le canzoni tranquillizzanti degli anni ‘60”, ma c’era un inconveniente, come sottolinea il cantautore “Quando poi proponevo i miei veri pezzi (ndr ossia inediti), l’accoglienza non era la stessa, perché alla spigolosità del personaggio si univa la difficoltà della canzone”, da qui l’esigenza di spezzare catene e vincoli “Se nasci con lo spirito rivoluzionario, resti lontano dai compromessi della commercialità”. Nemmeno i paesi anglosassoni, da lui visitati in gioventù e visti un tempo come gli ultimi baluardi dell’ “alternativo”, rivestono più alcuna attrattiva ai suoi occhi, i suoi miti erano Frank Zappa e Joni Mitchell mentre “Oggi non c’è più niente”.
E anche in merito al “Gay Pride” non si vuole schierare “Mi interessa di più l’individuo, senza etichette. Credo servirebbe un Individuo Pride … le etichette sono il primo passo verso la formazione delle gabbie”. La sua critica colpisce soprattutto il “provincialismo negativo”, che, afferma, è mondiale, oltre che italiano e non ha niente a che vedere con tutto ciò che di buono affonda le sue origini in un contesto provinciale, che ha visto nascere anche grandi artisti, il “provincialismo” che, come si è detto, lo disturba è quello che “Appare ovunque si svolga un ‘talent show’, con lo stesso papà apprensivo, la cantantina che piange (chissà a chi avrà pensato Ivan Cattaneo …), il giudice (anche qui non si fanno nomi, ma qualcuno sottomano ce l’abbiamo tutti) che cerca solo di rilanciarsi senza alcun interesse verso i nuovi talenti, perché tanto sa già che finiranno dopo cinque minuti …”, complessivamente un’analisi stringata, ma che va a segno e che suona come l’ennesima denuncia della povertà culturale che contraddistingue il nostro tempo.
In attesa che sia dato alle stampe il memoriale esplosivo del “cantapittore” (ndr Cattaneo ama definirsi così, visto che dipinge e due anni fa ha anche partecipato alla Biennale di Venezia), è prevista l’uscita di un dvd che raccoglie dei videoracconti nati dalle canzoni, il titolo è (perdonatemi!) “Scruto lo sc*oto”, ma, come precisa l’autore “Non desta visioni erotiche … è un termine quasi medico… al massimo farà ridere”
… se lo dice lui …
by Fede