Certo, accuso lo stato italiano, i suoi rappresentanti (da noi eletti ) ed i suoi governanti di avermi trasformata in una razzista.
Tempo addietro avevo spiegato cosa differenziava, a mio parere, la semplice intolleranza dalla xenofobia e dal razzismo.
https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2009/06/10/razzismo-e-xenofobia/
Razzista, avevo scritto, è chi si sente superiore a qualcun altro per il solo fatto di avere un diverso colore della pelle, di professare una diversa religione, di avere differenti idee politiche, di avere un altro sesso o orientamento sessuale. Ebbene, alla luce dei fatti del capodanno di Colonia, (dei quali siamo stati informati in ritardo forse per non recar danno alla Frau Angela), di fronte all’evidenza della diversità di trattamento riservata ai nostri bisognosi,
messa davanti al fallimento della politica dell’integrazione, consapevole dell’impunità della quale gode certa gente protetta dai soliti buonisti cretini, posso dire di essere razzista.
Certo, mi sento superiore per educazione, per cultura, civiltà, alle bestie che hanno imperversato massicciamente a Colonia ma che, con crimini a sfondo sessuale o no, si sono dimostrate tali in altre parti d’Europa (fatti simili a Colonia si sono verificati la notte di capodanno a Salisburgo, Helsinki, Amburgo e Zurigo) inclusa l’Italia. Mi sento superiore perché la mia educazione mi porta al rispetto, alla tolleranza, all’accoglienza disinteressata, purché rispetto ed un minimo di gratitudine vengano dimostrate da chi viene accolto da noi.
Mi sento superiore perché la nostra educazione contempla il rispetto per la donna e non la considera un oggetto.
Quindi resto esterrefatta nel sentire esternare la terza carica dello Stato che si indigna se si chiama “sindaco” una donna e non sindaca mentre palpeggiare una donna , molestarla, derubarla è soltanto un “atto di mancanza di rispetto”.
Ed accuso voi, rappresentanti e governanti, spalleggiati da una pletora di cretini, di aver fatto diventare razzista me, che ho sempre creduto nell’uguaglianza delle persone, perché con il concedere TUTTO ai nostri “ospiti”e negando a noi molti diritti, incluso la rinuncia alle nostre tradizioni, avete permesso la sopraffazione della nostra civiltà, invitando noi ad adeguarci alla loro. Si viene così a creare un processo di integrazione alla rovescia, per cui i “profughi” si sentiranno sempre più autorizzati a compiere oltraggi, prepotenze e vessazioni ai nostri danni.
E noi, qui in Italia, stiamo non solo a guardare, ma discutiamo se abolire definitivamente il reato di immigrazione clandestina (*), troviamo ogni sorta di scusa per giustificare il comportamento indegno e spesso assai violento di queste “persone”, scaviamo nella psicologia e nella sociologia per comprenderle e non capiamo che la differenza di fondo risiede in una sola espressione: differenza di civiltà.
(*)Stamane un avvocato spiegava perché sia opportuno abolire il reato di clandestinità. Innanzitutto perché vengono comminate sanzioni che vanno da 5mila a 15mila euro, che ovviamente i “poveri clandestini” non sono in grado di pagare. Poi perché non li possiamo accompagnare ai luoghi di imbarco per “restituirli al mittente “, quindi ci limitiamo a notificare loro un decreto di espulsione che vale quanto carta straccia perché alcuni ne collezionano parecchi e continuano a girare indisturbati. Per questo reato non è prevista la carcerazione, quindi tanto vale calare le braghe ed arrenderci. La nostra civiltà è finita.
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