Il popolo gigliese è bello, robusto ; e le donne vanno superbe di occhi bruni vivissimi e di capellatura abbondante e corvina. Il censimento segna 2400 abitanti, ma in realtà presenti nell'isola ve ne sono appena 1400. Il migliaio soverchio ha emigrato alle due Americhe. L'emigrazione è la sola industria del luogo, ora che lo scavo del granito, delle piriti e del manganese, è stato presso che abbandonato. Con un terreno sì aspro alla vanga come quello di Giglio, l'agricoltura (le cui fatiche d'altronde son devolute alle donne) e per la scarsità delle piogge, versa in condizioni dolorose.
Ma con quale cura assidua i paesani lavorano i vigneti sostenuti da muri a secco !
E non è davvero il pietrame che manca loro per costruirli. Un luogo solo dell' isola si presta a coltivazione più facile. Si chiama il Franco e si specchia verdeggiante sulle acque del Golfo del Campese, la cui spiaggia battuta dai maestrali o dal Provenza, come quei venti si chiamano nel medio Tirreno, è arida e brulla.
Come giudica i Gigliesi l'Arciduca ?
" Hanno molto talento per la musica, sono pacifici, timidi e religiosi. Pura e bella la loro lingua, ma l'istruzione ne è molto bassa ".Lo credo anch'io, avendo saputo che a Castello vi è una sola maestra che stenta a farsi pagare dal Comune ! Continua l'Arciduca col suo consueto stile telegrafico :
" Nonostante la gran povertà, grande ospitalità. La roba necessaria ed i panni pei vestiti vengono tutti dal continente, da Livorno. Case rustiche, mobilio semplicissimo, scale esterne, vòlti tra una casa e la contigua di modo che Giglio Marina pare una sola casa, vicoli e stradine senza nomi, case senza numeri ".[...]
( Jack La Bolina - brano tratto da "L'Arcipelago Toscano", Istituto Italiano d'Arti Grafice Editore, 1914 )Categories Tags
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