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Jack La Bolina, Isola d’Elba

Da Paolorossi

[...] Il vigneto elbano è degno di nota. Produce vini robusti neri e bianchi che un tempo si esportavano; anzi mi è passato sotto gli occhi un decreto di Napoleone I dell'anno 1810 in forza del quale essi erano ammessi in Francia franchi di dazio. Ora il vino elbano si consuma quasi totalmente in paese, meno un certo vino spumante che è un vero vino nostrale sul tipo dello Champagne e che si spreme dai grappoli di un vitigno bellissimo chiamato biancone e che dà un'eccellente e saporosa uva da tavola: la quale meriterebbe di essere più conosciuta sul continente.

Ma l'isola, come altrove ho detto, non è tutta uguale.

La costa settentrionale che si estende dal golfo di Portoferraio al golfo di Pomonte e che è dominata da Monte Capanna, si offre allo sguardo rigogliosa di castagneti e ricca di acque sorgive. Conterrebbe elementi potentissimi di ricchezza agricola. Ma anche gli uomini giovani sfuggono dal lavoro dei campi. Li attira la barca e più ancora li attira l'America. Molta gente di quella costa va nel Venezuela. La borgata principale della regione è Marciana alta.

La banda meridionale è più arida, povera di acqua, diboscata: là stanno le miniere.

Più pittoresca la costa di tramontana, o quella di mezzogiorno? Entrambe possiedono la propria bellezza e sollecitano il pennello del pittore. Pur non di meno l'isola non è frequentata dai nostri artisti, mentre offrirebbe loro soggetto di studio. Nella persona del Senno, l'Elba ha avuto un illustratore del suo paesaggio; un altro fu Telemaco Signorini. Ma quanti marinisti incontrerebbero in Marciana Marina, in Porto Longone, nel Golfo di Procchio ed altrove soggetti degni di riproduzione!

Ho visto tali luoghi che avrebbero tentato la tavolozza di Claudio Lorenese e di Joseph Vernet. Le tartane dall'ampia vela triangolare, le manàite ( così si chiamano le barche che vanno alla pesca delle acciughe ) e che durante il verno si tirano in terra lungo la spiaggia, forse scompariranno in breve dalla superficie dei mari, discacciate dal piroscafo e dall'autoscafo.

Ma come campeggiano bene sul primo piano alle cui spalle stia una torre di guardia cinquecentesca leggiadra come quella dell'ufficio di Capitaneria del porto a Marciana Marina!

Nell'andare in calesse da Portoferraio a Rio, passando per Capoliveri, per Porto Longone e risalendo verso Rio Castello, lasciando a man dritta il lugubre penitenziario di Porto Longone ove vegeta, con altri sventurati, Musolino, si attraversa una regione montuosa dove sulle grosse foglie carnose del cactus maturano i fichi d'India, dolci quanto quelli di Sardegna e di Sicilia.
[...]

( Jack La Bolina - brano tratto da "L'Arcipelago Toscano", Istituto Italiano d'Arti Grafice Editore, 1914 )

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