L'atmosfera da funerale e la scenografia tetra , ma che si rifaceva a set già usati in passato dallo stilista , erano già un forte segnale che qualcosa stava cambiando.Quella che assomigliava più a una veglia funebre che a una sfilata , era in realtà proprio ciò che sembrava. Più che funebre , direi in onore ai 16 anni di lavoro tra Marc Jacobs e Louis Vuitton , visto che lo stilista non è morto ma è vivo e vegeto , e d'ora in poi si dedicherà solo alle sue linee omonime.Che c'era aria di cambiamento a Parigi già si era capito da qualche stagione , e adesso si parla di Nicolas Ghesquiere , che ormai davamo per disperso , a capo della maison francese. Forse dovrebbero riprendere in considerazione anche da Dior di ri-cambiare stilista visto gli scarsi risultati dell'attuale accoppiata con Raf Simons.Per quanto riguarda la collezione , ridotta ad un unico colore , il nero , ad eccezione dei jeans , troviamo delle calze con logo-mania , delle borse a secchiello , un tripudio di
ricami e decorazioni su abiti e tuniche lunghe , piume faraoniche sul capo delle modelle e sulle giacche , e molte trasparenze.
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