Fino al 1500 lo si trova a Venezia immerso in quel grande hub culturale che è la Repubblica dei Dogi del tempo. La vita veneziana del Barbari ( 14400 – 1516 circa ) è scarsamente documentata, pur presumendo che sia stato allievo di Alvise Vivarini e particolarmente attratto dalla tecnica del Mantegna. A lui si deve la realizzazione di un’enorme xilografia rappresentante una mappa con vista aerea su Venezia. Opera gigantesca che necessitò di 3 anni di lavoro. Pittore e incisore estremamente virtuoso, oltre alla Mappa di Venezia, realizzò altre due gigantesche xilografie, che istituirono la tradizione veneta delle grandi xilografie.
Dal 1500 in poi, l’artista lascia Venezia, porta mercantile e crocevia culturale tra Oriente e Occidente, per risalire fino all’anima nordica dell’Occidente profondo.
Qui, Barbari approfondisce quello stile realista e naturalistico che sta alla base del suo montante appeal internazionale. Lo si trova allora, anche nella considerazione di affermati colleghi come Durer, sommerso dalle commissioni. A Norimberga come pittore di corte dell’imperatore Massimiliano, per Federico III il Saggio di Sassonia, alla corte del principe elettore Gioacchino I di Brandeburgo, nei paesi bassi per Filippo il Bello di Borgogna prima e per l’arciduchessa Margherita poi. Ed è a Jacopo dde’ Barberi che si deve l’innesto in Germania dei canoni rinascimentali della penisola italiana.
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