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James Joyce e Italo Svevo: storia di un’amicizia per le strade di Trieste

Creato il 16 ottobre 2013 da Maryandthebooks @MaryTraf
La statua di James Joyce, Trieste

La statua di James Joyce, Trieste

Questo è un post che è rimasto nel cassetto un bel po’ e che avrei voluto scrivere qualche mese fa. E cioè appena rientrata da una città che non avevo mai visitato e che mi ha fatto innamorare. Parlo di Trieste, vissuta in appena due giorni di primavera ma che sono bastati per affascinarmi e per farmi venire voglia di tornarci.

Si usano sempre tanti aggettivi per descriverla, città di confine, città mitteleuropea, città culturale, io ne aggiungo uno, città aperta sul mare (dove altro puoi sedere al tavolino di un caffè nel salotto buono di città e guardare l’acqua e le colline insieme?) che poi li racchiude un po’ tutti. Ma Trieste offre davvero mille sfaccettature e se volete vi consiglio un libro, Trieste Sottosopra, che mi ha accompagnato in quei due giorni di viaggio e che mi è servito per entrare in sintonia con la città.

Io qui voglio parlarvi invece di scrittori. Si sa, Trieste è indissolubilmente legata alla letteratura, tanto che l’amministrazione lo ha capito ed ha sapientemente posizionato in cittàle famose statue bronzee di tre dei suoi più illustri protagonisti: Umberto Saba (a due passi da quella che fu la sua libreria, in via San Niccolò 30), Italo Svevo (in piazza Hortis) e James Joyce (sul ponte che attraversa Canal Grande). E proprio di questi ultimi due grandi voglio parlarvi, perchè furono legati in vita, dopo una conoscenza avvenuta un po’ per caso, da una storia di amicizia ed affinità intellettuale che potete ritrovare anche oggi. Se avete amato Joyce o Svevo, infatti, il posto giusto dal quale incominciare la vostra scoperta di Trieste è in via Madonna del Mare 13.

Cartoline per Natale

Qui, in una strada immersa in una delle zone pedonali più piacevoli della città vecchia, si trova la Biblioteca di Trieste che ospita un gioiellino: un museo, due piccole stanze , a ingresso gratuito, dedicate a questi due intelletuali che a Trieste si conobbero perchè uno, Italo Svevo, decise di prendere lezioni di inglese dall’altro, che di Trieste si appassionò fino ad arrivare a scrivere una lettera in dialetto, Joyce prima che diventasse Joyce, vale a dire prima della pubblicazione dei suoi capolavori.

Io ci sono arrivata trafelata, era quasi ora di chiusura, temevo di non fare in tempo e devo ringraziare un gentilissimo ragazzo (uno studente? Il custode, chissà) che mi ha permesso di trascorrere del tempo qui, tra gli “scampoli” delle loro vite, immagini, manoscritti nonchè testimonianze della loro amicizia. Come le cartoline di auguri di Natale che James Joyce inviava negli anni parigini all’amico lontano.

Il museo di James Joyce a Trieste

Oggi Trieste è una città molto diversa da quella asburgica di inizio ‘900, ma le sue strade le possiamo percorrere ancora in compagnia dei due. Proprio al museo, infatti, trovate – gratuitamente – delle mappe utilissime, con i percorsi letterari sulle orme di Joyce e Svevo (oltre a Umberto Saba) .
Incredibilmente, sembra la Trieste di James Joyce quella più affollata di indirizzi, soprattutto perchè lo scrittore irlandese, nei suoi anni triestini, cambiò casa almeno nove volte (tra gli indirizzi, Piazza Ponte Rosso 3, via S. Nicolo 30, via della Barriera Vecchia 32). Ma ci sono anche luoghi, come ad esempio la Piazza della Stazione (ora piazza Libertà), che a dire il vero fanno parte dei luoghi “joyceani” per un motivo non proprio nobile.. Qui arrivano, il 20 ottobre 1904, James e Nora Barnacle (che sposerà solo nel 1931), che lui lascia nel giardino della stazione per trovare alloggio per la notte. Ma in Piazza Unità d’Italia (che allora era la Piazza Grande) si ritrova coinvolto in una rissa tra marinai inglesi ubriachi e viene arrestato con loro. Sarà rilasciato qualche ora dopo grazie all’intervento del console inglese e solo allora tornerà a prendere la sua donna.

A lezione di inglese

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Tra i luoghi di Italo Svevo a Trieste ci sono la sua casa natale in viale XX Settembre al 16, l’abitazione della famiglia Schmitz (vero cognome dello scrittore) in via Carducci 12, l’istituto commerciale Rivoltella che lui frequentò. E poi c’è un luogo che li unisce perchè fondamentale per entrambi: la famosa Berlitz School (via San Nicolò 32). Qui Joyce insegna e qui arriverà Svevo per prendere lezioni di inglese. Un’affinità che inizia nel 1907, e alla quale forse un po’ dobbiamo opere come La coscienza di Zeno o Ulisse così come li conosciamo oggi.
Ps: e poichè siamo a Trieste scoprirete che non possono mancare, nel tour letterario, luoghi fondamentali, i caffè, come lo Stella Polare in quella che è oggi via Dante Alighieri o il Caffè Fabris in piazza Dalmazia...


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