James Lasdun – Comincia a far male

Creato il 20 gennaio 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Recensione di Chiara Rea

È emblematico il titolo della raccolta di James Lasdun Comincia a far male, perché in questi racconti c’è sempre qualcosa che a un certo punto inizia a far male, che rompe un equilibrio, che incrina la tranquillità, che cambia le cose. Non sono mai grandi sconvolgimenti, ma piuttosto quelle piccole cose che cambiando la vita in modo quasi impercettibile la condizionano sostanzialmente. I protagonisti di questi racconti sembrano sempre in bilico, sul punto di cadere: sull’orlo di un abisso, guardano in faccia il vuoto per un attimo, compiaciuti. E anche se non precipitano, cominciano una inesorabile discesa che li porterà comunque sul fondo. Ma solo apparentemente ciò che li spinge sull’orlo del precipizio è un avvenimento, un incontro o comunque qualcosa di esterno: tutto è solo un pretesto che innesca meccanismi in realtà ben radicati nell’interiorità dei personaggi. È per questo che leggendo le storie di queste persone normali, a cui accadono cose normali e che reagiscono a tali accadimenti in modo normale, si avverte un senso di smarrimento, si percepisce uno scarto, come se ci fosse qualcosa fuori posto, qualcosa che non torna.
Nel primo racconto (Un uomo ansioso), ad esempio, un uomo crede che i vicini della casa di villeggiatura siano andati via con sua figlia; più che l’ipotesi di una tragedia, a turbare l’uomo è la sequenza di pensieri che attraversa la sua mente mentre, in preda al panico, non riesce a trovare la bambina e immagina chissà che cosa le sia capitato e formula una sorta di promessa scaramantica: se ritroverà la figlia, cambierà vita, finalmente. Così, insieme al sollievo per il suo ritrovamento, nell’uomo si intuisce una profonda e muta umiliazione all’idea di aver utilizzato la scomparsa della figlia come un’occasione di rinnovamento e riscatto della propria vita.  

«Com’era faticoso e umiliante avere così poca fede in tutto, essere miseramente alla mercé di ogni brivido di paura che attraversa la mente… Sgravato dalla zavorra di convinzioni ben definite (le convinzioni, gli piaceva scherzare, erano per i vinti) pareva che stesse andando alla deriva nel regno della pura e semplice superstizione».

Anche il racconto L’incommensurabile gesto vitale è costruito sull’anticipazione di possibili fatti futuri e sull’idea che un grande shock possa cambiare la vita: un uomo convinto di avere una brutta malattia viene rassicurato dal medico del contrario. Esaltato dalla buona notizia, si sente talmente al di sopra delle piccolezze quotidiane da pensare di essere in grado di recuperare il rapporto deteriorato con la sorella. Ma la realtà non corrisponde alle sue aspettative e l’entusiasmo scema in fretta.

«Tutta la sua iniziale esuberanza, però, era scomparsa; al suo posto sentiva una sensazione tetra, cinerea, quasi attraverso il telefono gli fosse entrata dentro l’acredine della squallida esistenza di sua sorella».

Scritti con uno stile misurato, talvolta addirittura trattenuto, che riesce a tenere il lettore col fiato sospeso pur senza grandi colpi di scena o intriganti intrecci, questi racconti formano una raccolta che ha una grande coerenza narrativa: ogni storia è come la tessera di un puzzle e il risultato finale è un variegato insieme di umanità, disperazione, normalità, angoscia, modesto orrore quotidiano.

Nota sull’autore
Inglese di nascita (è nato a Londra nel 1958) ma americano di adozione, James Lasdun è autore di poesie, racconti e romanzi. Da uno dei suoi racconti, L’assedio, Bernardo Bertolucci ha tratto l’omonimo film. In Italia, le sue opere oltre che da Fazi sono state pubblicate da Einaudi (il romanzo Sette menzogne, 2006) e da Garzanti (L’assedio, 1999).

Per approfondire:
leggi la recensione di Leonetta Bentivoglio su la Repubblica
leggi la recensione di Goffredo Fofi su Lo Straniero

James Lasdun, Comincia a far male
traduzione di Giuseppina Oneto
Fazi, 2011
pp. 260, euro 18


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