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Da Gaia

Ieri pomeriggio, in preda all’ira per i risultati delle elezioni, non ancora definitivi, ho detto: domani voglio andare in cima a una montagna dove non sentirò parlare di politica. Domani scriverò un post… sulle farfalle (cosa a caso). Una mia amica mi ha poi detto che si aspetta il post sulle farfalle. Eccole qui.
20130116farfalle
Non ho intenzione di commentare le elezioni perché si commentano da sole. Ognuno tragga le proprie conclusioni a partire dal comportamento di chi ce l’ha fatta a finire in parlamento ma con l’aiuto, anche, di una buona dose di memoria. Guai a non avere memoria. Io sono contenta del mio voto sincero, senza calcoli, e propongo addirittura di abolire la segretezza del voto. Così ciascuno si prenderà pubblicamente le proprie responsabilità (e magari la gente smetterà di mentire ai sondaggi e agli exit poll, cosa che sospetto accada). Non voglio dire altro: come ho già scritto, le elezioni sono importanti, ma non così importanti. Il paese vero, ogni giorno dell’anno, il modo in cui cambia, è più importante. È più importante ed è inoltre quello che si esprime nelle elezioni, più che viceversa.
Piuttosto: avete letto Candide di Voltaire? Se sì, ricorderete la celebre conclusione: ‘Il faut cultiver notre jardin’ (bisogna / è ora di coltivare il nostro giardino). Questa frase può avere diverse interpretazioni, tutte piuttosto in armonia tra di loro: bisogna rimboccarsi le maniche senza perdere tempo con tante elucubrazioni; bisogna cercare di migliorare la propria condizione, con l’impegno; bisogna arrangiarsi da sé senza aspettare che ci salvi qualcun altro; bisogna che ognuno faccia la propria parte.
Io vi invito a prendere l’esortazione del filosofo illuminista sia metaforicamente che alla lettera.
La primavera è alle porte, è il momento di seminare: che ne dite, se non lo fate già, di crearvi un piccolo orto? Va bene il giardino, se ce l’avete, ma anche un terrazzo, per qualche vaso, uno spazio messo a disposizione del comune, l’aiuola abbandonata davanti al vostro condominio…
L’Italia non produce abbastanza cibo per sfamarsi, ci ha comunicato il Ministero delle Politiche Agricole qualche mese fa. La Grecia è nel caos, ma mi consola vedere che almeno i contadini producono ancora cibo e possono decidere a chi darlo (agli altri greci). Propongo di cercare di assicurare a noi stessi che almeno non moriremo di fame. Il resto viene dopo. Tutto il resto. L’abbiamo dimenticato e iniziamo a ricordarcene adesso, piano piano.
Io ho in programma di seminare pomodori, basilico, insalate, crescione (già messo), e qualche fiore tra cui la calendula. Ho poco spazio, purtroppo, mi piacerebbe fare di più. Per quel che vale, invito anche voi a seminare quel che potete. Abbiamo tutti un giardino da coltivare.


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