Magazine Diario personale

Je voudrais tant que tu te souviennes

Da Nuvolesparsetraledita

Je voudrais tant que tu te souviennes

Quest’anno l’autunno è in anticipo.

Non sai se sono nuvole: il cielo è grigio dal mattino, oggi; un grigio appena azzurrato, un colore che trasuda umidità e lacrime. Le foglie che cadono dagli alberi – le prime della nuova stagione già entrata prepotente nella tua vita – sono subito fradice dell’acqua che quelle ombre cinerine, appena azzurrate come per il lieve errore di un pittore, ogni tanto riversano.

Verso sud ovest uno sprazzo timido di sole rompe i nembi, appare, si mostra, dispare, ed i cumuli tornano a riempire il cielo. Ti sposti da un’altra finestra, ti affacci al balcone: dall’altro lato del cielo vi sono sciami fumosi sempre più scuri che colmano l’orizzonte. Laggiù piove.

Ingialliscono gli alberi, davanti, scompare il viale dei carpini in fondo; scende la nebbia che ancora non è sera, si mozza il giorno in un pomeriggio breve, stanco. La notte sarà lunga, sarà fredda, occorreranno coperte pesanti, morbide. Occorrerà accendere tutti i fuochi, indossare le maglie pesanti, munirsi di fazzoletti robusti e dei calzettoni di lana.

E’ in anticipo, l’autunno, quest’anno.

Le foglie non hanno ancora fatto in tempo ad ingiallire che già cadono: ti afferri a queste parole, a queste brevi righe che ora scrivi per combattere il tempo che passa, per opporti alla scarsa volontà di leggere un libro che conosci a memoria, per nasconderti al tuo malaugurato dovere.

Vorresti che lui ti ricordasse, che ripensasse a quei giorni dorati di un autunno lontano, quando tornati da Venezia  decidevate di vivere insieme e cominciaste a cercare casa.  Cadevano le foglie, ma sembrava uno scherzo del sole; camminavate nei viali facendo progetti, ti stringeva tra le braccia e tu portavi ancora una giacca leggera, lui il solito giubbotto. Era stato lungo e dorato, l’autunno, quell’anno; non c’era stata nebbia, pochissima la pioggia. Novembre stemperò in un inverno dolce, neppure la neve faceva paura.

The falling leaves
Drift by the window
The autumn leaves
All red and gold
I see your lips
The summer kisses
The sunburned hands
I used to hold.

Since you went away
The days grow long…
And soon I’ll hear
Old winter songs
But I miss you most of all
My darling, when autumn leaves start to fall…

C’est une chanson
Qui nous ressemble
Toi qui m’aimais
Et je t’aimais
Nous vivions tous les deux ensemble
Tou qui m’aimais
Moi qui t’aimais

Mais la vie sépare
Ceux qui s’aiment
Tout doucement
Sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis.

Since you went away
The days grow long…
And soon I’ll hear
Old winter songs
But I miss you most of all
My darling, when autumn leaves start to fall…

Je voudrais tant que tu te souviennes
Le foglie morte

Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi
i giorni felici quando eravamo amici.
La vita era più bella.
Il sole più bruciante.
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti
e il vento del nord le porta via
nella fredda notte dell’oblio.
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi e i rimpianti.
Ma il mio amore silenzioso e fedele
sorride ancora e ringrazia la vita.
Ti amavo tanto, eri così bella.
Come potrei dimenticarti.
La vita era più bella
e il sole più bruciante.
Eri la mia più dolce amica …
Ma non ho ormai che rimpianti.
E la canzone che cantavi
sempre, sempre la sentirò.
È una canzone che ci somiglia.
Tu mi amavi
io ti amavo.
E vivevamo noi due insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza far rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi

Je voudrais tant que tu te souviennes

Les Feuilles mortes

Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
Des jours heureux quand nous étions amis,
Dans ce temps là, la vie était plus belle,
Et le soleil plus brûlant qu’aujourd’hui.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Tu vois je n’ai pas oublié.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Les souvenirs et les regrets aussi,
Et le vent du nord les emporte,
Dans la nuit froide de l’oubli.
Tu vois, je n’ai pas oublié,
La chanson que tu me chantais…
C’est une chanson, qui nous ressemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable,
Les pas des amants désunis.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis…

Jacques Prévert


Archiviato in:DIARIO, emozioni, riflessioni e momenti Tagged: autunno, JACQUES PREVERT, LES FEUILLES MORTES

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